Mission: Impossible – Per Brian De Palma girarne uno è stato abbastanza
Ecco cosa pensa il cineasta dei sequel di M:I.
A quanto pare Brian De Palma non ha mai avuto intenzione di girare un secondo film di Mission: Impossible
Mission: Impossible è diventato, nel corso degli anni, un franchise action tra i più amati al mondo. La serie di film con protagonista Tom Cruise è iniziata nel 1996 con Brian De Palma alla regia. Il regista era già stato autore di Carrie e Scarface. Il thriller di spionaggio è stato realizzato per 80 milioni di dollari ed è diventato un successo mondiale con 457 milioni guadagnati al botteghino globale. Il successo del film ha reso il sequel di una priorità per Tom Cruise, ma De Palma ha respinto la richiesta di girare un sequel. In una nuova intervista con l’Associated Press per promuovere il suo romanzo “I serpenti sono necessari?”, De Palma ha dichiarato di aver rifiutato l’idea del sequel di Cruise dicendo all’attore che “un film di Mission: Impossible” era abbastanza per lui.
Storie che vengono allungate continuamente con nuovi capitoli solo per ragioni economiche. Dopo aver realizzato il primo film Tom mi ha chiesto di iniziare a lavorare su quello successivo. Gli ho detto: “Stai scherzando? Uno di basta e avanza. Perché qualcuno vorrebbe farne un altro? Naturalmente, il motivo per cui ne fanno un altro è fare soldi. Non sono mai stato un regista che lavora per fare soldi, che è il grande problema di Hollywood. Questa è la corruzione di Hollywood.
Quando ero nel mezzo della cinquantina ho lavorato a Carlito’s Way e poi a Mission: Impossible e non c’è niente di meglio di questo. Hai tutto il potere e gli strumenti a tua disposizione. Quando hai il sistema di Hollywood che lavora per te, puoi fare cose straordinarie. Ma man mano che i tuoi film diventano meno riusciti, diventa più difficile mantenere il potere e devi iniziare a scendere a compromessi. Non ti rendi nemmeno conto che li stai realizzando. Tendo ad essere molto duro su questo. Se hai un paio di decenni buoni, va bene, va benissimo.
Quello che fanno oggi è tutto digitale e a Hollywood si è persa la scintilla del cinema autoriale, secondo De Palme, a cui tutti i film, ormai sembrano uguali. Secondo lui, lo storytelling visuale è andato a farsi benedire.