Mollo tutto e apro un chiringuito: la storia dell’imprenditore italiano che l’ha fatto davvero… ma si è pentito!

Un imprenditore italiano ha mollato il suo lavoro per trasferirsi ai Caraibi e aprire un food truck. Una storia che ricorda la trama della commedia del 2021 Mollo tutto e apro un chiringuito!

Un imprenditore molla un lavoro monotono e una città caotica per trasferirsi in una località marina e aprire un chiringuito su una spiaggia. Una storia che sembra ricalcare perfettamente la trama di Mollo tutto e apro un chiringuito, commedia del 2021 diretto dal collettivo Il Terzo Segreto di Satira, direttamente tratto dagli spezzoni comici pubblicati sul canale YouTube Il Milanese Imbruttito. Peccato, si fa per dire, che qualcuno abbia davvero provato a compiere questa piccola impresa, riuscendoci persino. Salvo, però, pentirsene…

La storia dell’imprenditore italiano che ha seguito le orme di Mollo tutto e apro un chiringuito

Mollo tutto e apro un chiringuito; cinematographe.it

A ripercorrere la trama di Mollo tutto e apro un chiringuito è stato Antonio Iannone, imprenditore comasco e manager in una ditta farmaceutica svizzera. La sua avventura è iniziata nel 2015. All’epoca, la sua vita era “stabile ma terribilmente monotona e abitudinaria per quanto appagante dal punto di vista economico” con una routine di ferro: sveglia, corsa, doccia, 90 minuti di auto, ufficio, pausa pranzo, ufficio, 90 minuti di macchina, cena, film e letto. “Lavoravo per avere una casa sempre più grande, una macchina sempre più potente, un orologio sempre più costoso. In breve, mi stavo lentamente spegnendo”, ha raccontato. Da sempre appassionato di cucina e gastronomia, Antonio Iannone ha deciso così ad un certo punto di cambiare vita, trasferendosi ad Aruba e aprendo un food truck di cibo italiano sul lungomare.

Trasferitosi ai Caraibi insieme a moglie e figlia, Iannone ha vissuto una favola i primi mesi. Ad un certo punto, però, si è reso conto che la sua nuova vita non era così idilliaca come immaginava. Dopo due anni, infatti, è tornato in Italia. “Dietro la facciata turistica, fatta di spiagge e colori, la Aruba di tutti i giorni è ben diversa. Diseguaglianza sociale, povertà, nessuna educazione alimentare. C’è da considerare poi che, essendo un’isola, tutto è estremamente caro. Su un’isola, poi, tutto è più difficile da ottenere. Anche per un banale pezzo di ricambio possono volerci settimane. E poi – svela- gli arubiani non sono proprio il popolo più ospitale del mondo. Dimenticate i latini caldi e simpatici, ma pensate ad un popolo isolano colonizzato dagli olandesi… poi ovviamente ci sono le eccezioni“, ha confessato l’uomo sulla pagina satirica Il Milanese Imbruttito. Oggi, lavorativamente parlando, si è reinventato: svolge la professione di freelance nel campo dell’innovazione in campo agroalimentare. “Non mi pento di niente, rifarei tutto”, ha tenuto a precisare.