Monica Vitti, Giancarlo Giannini: “Attrici come lei non esistono più. Era unica e divertente”
Giancarlo Giannini ha parlato a 360° gradi della sua esperienza sul set con Monica Vitti, a pochi giorni dal suo 90° compleanno.
Il prossimo 3 novembre, Monica Vitti festeggerà 90 anni. Una vita, la sua, passata a recitare, regalandoci interpretazioni drammatiche come quelle della “tetralogia dell’incomunicabilità” di Michelangelo Antonioni – L’avventura, La notte, L’eclisse e Deserto rosso – e interpretazioni più leggere come in La ragazza con la pistola e Io so che tu sai che io so che l’hanno resa la “mattatrice” della commedia all’italiana. Negli ultimi vent’anni – l’ultima volta risale al marzo del 2002, alla prima teatrale italiana di Notre-Dame de Paris – non è mai più apparsa in pubblico. Affetta da una malattia simile all’Alzheimer che le sta sbriciolando la memoria, Monica Vitti vive nella sua casa romana, accudita da una badante e da suo marito Roberto Russo, fotografo di scena e regista.
Le parole di Giancarlo Giannini su Monica Vitti
Monica Vitti, nel corso della sua carriera, ha recitato con grandi attori, nostrani e non. Tra questi c’è Giancarlo Giannini, altro grande interprete del cinema italiano che ha avuto la possibilità di recitare insieme a Monica Vitti in due occasioni: in Dramma della gelosia di Ettore Scola, nel 1970, in cui è un pizzaiolo che ha un ménage a tre con un operaio e una fioraia, e A mezzanotte va la ronda del piacere di Marcello Fondato, nel 1975, dove fa il marito ucciso.
“Attrici come Monica non esistono più, era bravissima e particolare, un pezzo unico. Dicevano anche che fosse difficile lavorare con lei mentre io ho scoperto una collega spiritosa, che si divertiva, che riusciva a giocare con il lavoro, come faccio anch’io, raccontiamo favole. Non parlatemi di Actor’s Studio…“, ha dichiarato Giannini al Corriere della Sera. “Sappiamo che era capace di essere drammatica, grottesca, in solitudine, ma soprattutto aveva i tempi giusti che fanno scattare la risata, è matematica. Era straordinaria, la metto in quell’Olimpo speciale dove puoi trovare lei, la Magnani, la Loren, la mia Melato, la Sandrelli, da tutte ho imparato“.
Il racconto di Giancarlo Giannini su Monica Vitti non finisce qui. “Lei sapeva sempre quello che doveva fare, non giocava a entrare nel personaggio, faceva l’attrice e calcolava i ritmi, le posizioni della macchina, le luci e le ombre, non le sfuggiva nulla. Sono personaggi unici, sono stato fortunato ad averla come partner“. Nonostante il suo immenso talento, per Giannini la grande fortuna di Monica Vitti è stata l’esperienza teatrale. “L’inizio col teatro è stato per lei fondamentale per l’insegnamento e la professionalità, l’educazione della voce, tanto che ha incontrato Antonioni mentre doppiava Il grido. Lo posso dire io che appena uscito dall’Accademia mi hanno messo a fare il folletto scespiriano, con la Fracci e Volontè: è una scuola straordinaria, nulla a che vedere col cinema che esige invece la sense of the camera, l’istinto dell’immagine, e Monica possedeva i segreti di entrambi i mezzi“.
Sebbene abbia regalato interpretazioni drammatiche straordinarie, la vera natura di Monica Vitti era quella di commediante. “Per me era una commediante nata, aveva calcato le scene con Bonucci, Tedeschi, la Valori e la pochade ma direi che i due registri lei li usava e li dosava in modo speciale. Orazio Costa diceva che l’attore è un’arancia con tanti spicchi. E le piaceva raccontare, ricordare i compagni di lavoro, conosceva i trucchi e ci giocava. Il nostro mestiere si insegna con la poesia e lei lo sapeva bene anche quando dialogava con i giovani colleghi attori”.