L’avete riconosciuto? È un maestro di ironia e sarcasmo, critica duramente la società e ha litigato con Alberto Sordi
Le sue simpatie politiche sono arcinote e sguazza spesso nella provocazione.
L’8 marzo 1978 uscì a Roma il suo primo prodotto professionale. Girato in 16 mm e in presa diretta (fatto raro per l’epoca), il film venne presentato in concorso al Festival di Cannes: oltre ogni aspettativa, conseguì un notevole successo di pubblico, imponendo l’autore all’attenzione mediatica. Il lungometraggio scatenò una controversia con Alberto Sordi: in una celebre scena, attacca duramente l’attore romano per non aver mai preso una posizione politica. A distanza di decenni i due fecero pace, ma l’episodio in Ecce Bombo mostrò fin da subito la natura irrequieta e provocatoria di Nanni Moretti, il bambino ritratto nella foto.
Nanni Moretti: la carriera nel cinema
Nanni Moretti nasce il 19 agosto 1953 a Brunico, mentre i genitori si trovano in vacanza. Diviso tra grande schermo e pallanuoto in età liceale, una volta terminati gli studi stabilisce di perseguire una carriera nel cinema.
Così vende la sua collezione di francobolli e coi soldi guadagnati compra una cinepresa in Super8, che gli serve per girare alcuni corti, decisamente influenzati dal clima di inizio anni Settanta e dalle sue esperienze nella sinistra extraparlamentare.
Quand’è il 1976 debutta nel lungometraggio Io sono un autarchico, il cui impatto è notevole. Dapprima proiettato unicamente nel Filmstudio capitolino, diventa preso un caso culturale. Insieme a Ecce Bombo racconta senza filtri una generazione, una disillusione, la politica di allora.
Il successivo Sogni d’oro (1981), che segna una parziale svolta verso l’autoreferenzialità, divide pubblico (piuttosto tiepido nell’accoglienza) e critica, la quale gli conferisce il Gran Premio della Giuria a Venezia. Mettono d’accordo tutti Bianca (1984) e La messa è finita (1986), insignito dell’Orso d’Argento a Berlino.
Nella seconda produzione abbandona momentaneamente l’alter ego di Michele Apicella, che esce definitivamente di scena nel 1989, incluso tra i personaggi di Palombella rossa: un capolavoro surreale politico e, al contempo, intimo.
Scritturato come protagonista de Il portaborse (1991) di Luchetti, apre quindi una parentesi diaristica con Caro Diario (1993), premiato a Cannes per la miglior regia, e con Aprile (1998): in entrambe le pellicole Nanni Moretti interpreta sé stesso e parla sia della sua vita che della sua visione del mondo e della politica. Nel mezzo, ruoli principali ne La seconda volta di Calopresti e in Tre vite e una sola morte di Raoul Ruiz.
Inaugura il Terzo Millennio col meno morettiano dei suoi lavori, La stanza del figlio, aggiudicandosi la Palma d’oro. Dopodiché provoca scalpore per via di un’inedita scena di sesso con Isabella Ferrari in Caos calmo (2008), di Aurelio Grimaldi.
Attraverso Habemus Papam (2011) racconta di un pontefice neoeletto che non se la sente di reggere una simile responsabilità, anticipando incredibilmente le dimissioni di Papa Benedetto XVI. Nominato Commandeur de l’ordre des Arts et Lettres dal ministro della cultura francese, presenta, l’11 luglio 2021, Tre piani alla 74esima edizione del Festival di Cannes.