Istituto Luce-Cinecittà trionfa ai Nastri d’Argento per il Documentario 2016

I film targati Istituto Luce-Cinecittà fanno incetta di nomination ai Nastri d’Argento per il Documentario 2016, tra cui si sottolinea un grande Premio speciale e due vittorie su tre delle cinquine finaliste.

Istituto Luce-Cinecittà trionfa ai Nastri d’Argento per il Documentario 2016

Già annunciato nei giorni scorsi con felice anticipo sul trionfo al Festival di Berlino, il Nastro d’argento Speciale a Fuocoammare di Gianfranco Rosi, un documentario che sta entrando nelle teste e nella commozione del pubblico italiano e ben oltre i confini nazionali.
Insieme al Nastro a Rosi, il Luce conquista il Nastro d’Argento per il miglior docufilm con Bella e perduta, il film di Pietro Marcello che aveva già ottenuto la menzione di ‘film della critica’ del Sindacato nazionale Critici e che registra così una significativa doppietta confermandosi come uno dei casi cinematografici dell’anno.
Il Nastro d’argento per il Miglior documentario sul cinema va ad Alfredo Bini, ospite inatteso di Simone Isola, applaudito a Venezia, sorprendente ritratto di un produttore utopico e un altrettanto sorprendente omaggio ‘di taglio’ al cinema di Pier Paolo Pasolini. Il film di Isola arriverà sugli schermi da marzo.
Vanno poi ricordate le altre nomination finaliste dei film targati Luce ai Nastri di quest’anno, a partire da Registro di classe di Gianni Amelio e Cecilia Pagliarani, un dittico d’archivio che scavando nella memoria interroga presente e futuro di un punto cardine della nostra società come la scuola dell’obbligo; e ancora per i doc sul cinema La passione e l’utopia di Mario Canale, road-movie appassionante sulle tracce dei capolavori e delle sfide dei fratelli Taviani; e nella cinquina dei docufilm Italian Gangsters di Renato De Maria, 30 anni di mala italiana, una delle rivelazioni dell’ultimo Festival di Venezia, e La nostra quarantena di Peter Marcias, originale viaggio dentro le questioni intrecciate di diritto al lavoro e migrazioni.

Una ricca sequenza di titoli candidati, presentati nei più importanti festival internazionali e italiani, che rende un’immagine di un cinema documentario vitalissimo, spesso capace di emozionare il pubblico delle sale. Un risultato che conferma Istituto Luce-Cinecittà come una vera Casa del Documentario italiano.

Con film che parlano di autenticità, Gianfranco Rosi, Pietro Marcello e Simone Isola dicono a noi, alle televisioni e al MIBACT che dobbiamo continuare a investire nel cinema del reale, e che il circolo virtuoso (cui unirei l’attenzione dei festival) che si è creato per i loro film deve diventare impegno quotidiano.