Nosferatu: Robert Eggers rivela perché il suo vampiro è diverso dal classico horror del 1922

Queste modifiche non si limitano solo all'aspetto fisico di Orlok, ma si estendono alla sua concezione stessa

Il remake di Nosferatu diretto da Robert Eggers si presenta come una rilettura dell’iconico horror del 1922, ma con significativi cambiamenti, in particolare nell’aspetto del protagonista vampiro, il conte Orlok, interpretato da Bill Skarsgård. Sebbene il personaggio mantenga alcune caratteristiche emblematiche del film originale, come le lunghe unghie, le orecchie a punta e i denti affilati, Eggers ha deciso di apportare modifiche estetiche e concettuali, ispirandosi maggiormente al folklore tradizionale sui vampiri.

Il remake di Nosferatu non si limita a rifare un classico, ma cerca di rielaborare e arricchire la sua iconografia

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Eggers ha spiegato che per creare un vampiro più inquietante e credibile, ha deciso di fare riferimento alle prime descrizioni folkloristiche del vampiro, che spesso lo ritraevano come un cadavere ambulante e putrido. Secondo il regista, questa rappresentazione differisce notevolmente dall’interpretazione classica che spesso vediamo nei film. Il nuovo conte Orlok, quindi, ha un aspetto che richiama l’immaginario della Transilvania, caratterizzato da abiti ungheresi tradizionali, con maniche lunghe, scarpe con tacco alto e un cappello di pelliccia. Inoltre, Eggers ha ritenuto fondamentale aggiungere dei baffi al personaggio, un dettaglio che considera un elemento culturale inevitabile per chi proviene da quella regione, citando anche la figura storica di Vlad l’Impalatore come esempio di questa caratteristica.

Queste modifiche non si limitano solo all’aspetto fisico di Orlok, ma si estendono alla sua concezione stessa, che Eggers ha voluto rendere più radicata nella tradizione dei racconti popolari, cercando di restituire al personaggio una dimensione più spaventosa e inquietante rispetto alla versione più nota, quella di Max Schreck nel film originale. L’intento di Eggers è quello di rivisitare la figura del vampiro per il pubblico moderno, mantenendo però il legame con le sue origini nel folklore e nell’oscurità mitologica che lo circonda.

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Fonte: collider