Operation Finale: la vera storia dietro al film con Oscar Isaac
Operation Finale racconta la cattura del criminale di guerra Adolf Eichmann, con alcune importanti modifiche...
Operation Finale è un film del 2019 diretto da Chris Weitz e con protagonisti Ben Kingsley e Oscar Isaac che racconta – piuttosto fedelmente – la cattura del criminale di guerra nazista Adolf Eichmann. Il film è basato su Eichmann In My Hands, il libro di memorie dell’agente israeliano Peter Malkin.
Operation Finale: Chi era Adolf Eichmann?
Ambientato in Argentina negli anni sessanta, Operation Finale vede al centro della storia Adolf Eichmann, SS-Obersturmbannführer del Reich durante la seconda guerra mondiale ed uno dei maggiori esponenti dell’Olocausto ebraico. Dopo essere sfuggito al processo di Norimberga, l’uomo si trasferì a Buenos Aires dove iniziò una nuova vita grazie ad una nuova identità: tutti lo conoscevano come Ricardo Klement, un supervisore in una delle fabbriche argentine della Mercedes.
La cattura
Quando il figlio di Eichmann, Klaus, inizia a frequentare una ragazza di nome Sylvia Hermann, suo padre Lothar inizia a diventare sospettoso del padre del ragazzo. Quando Lothar identifica il padre di Klaus come Adolf Eichmann, decide di contattare il Mossad israeliano. Gli israeliani escogitano così un piano per rapire Eichmann ed estradarlo in Israele per essere processato per crimini di guerra. La squadra che deve occuparsi della sua cattura è capeggiata da Rafi Eitan ed include Peter Malkin, che ha perso parte della sua famiglia durante l’Olocausto. Dopo vari appostamenti ed aver esaminato attentamente la routine di Eichmann, la squadra lo cattura.
L’uomo viene tenuto prigioniero in un rifugio per 11 giorni, ma gli agenti del Mossad non riescono ad ottenere una sua confessione. In seguito, dopo vari interrogatori, Malkin riesce ad estorcergli una confessione. Eichmann viene fatto salire su un aereo che lo porterà in Israele, dove verrà processato e successivamente condannato a morte per genocidio e crimini contro l’umanità.
Un racconto quasi fedele
Nonostante Operation Finale racconti fedelmente la cattura, ci sono alcuni cambiamenti che sono stati apportati per rendere il film più emozionante agli occhi del pubblico. La fuga finale da Buenos Aires, ad esempio, nel film viene rappresentata come una corsa contro il tempo, mentre nella realtà – stando alle parole di Peter Malkin – è stata decisamente diversa. L’agente israeliano l’ha definita come “una delle missioni più facili che abbia mai fatto“.
Un altro cambiamento riguarda il personaggio di Hanna Elina, la dottoressa che droga Eichmann durante il viaggio verso l’aeroporto e interpretata da Mélanie Laurent. Il vero medico della squadra era un uomo di nome Yonah Elian. Gli sceneggiatori hanno deciso di apportare questo modifica per dare a Peter Malkin un interesse amoroso per il film. Nel suo libro di memorie, Eichmann In My Hands, il vero Peter Malkin menziona un’agente di nome Rosa che arrivò in Argentina e si presentò come la moglie di un altro agente, ma la storia d’amore tra Peter e Hanna è pura finzione.