Oscar 2023: perché c’è un dibattito sulla candidatura di Andrea Riseborough?
Perché tutti discutono sulla nomination agli Oscar di Andrea Riseborough? L'Academy ha anche avviato un'indagine.
Niente ha suscitato tanto scalpore dopo le nomination degli Oscar di quest’anno quanto la candidatura come miglior attrice per l’attrice britannica Andrea Risenborough.
Riseborough è stata inaspettatamente nominata nella principale categoria attoriale femminile per la sua interpretazione di una madre single alcolizzata del Texas nel dramma indie To Leslie, una scelta che ha scioccato la critica e gli esperti e che ha inevitabilmente attirato l’attenzione dell’Academy of Motion Pictures Arts and Sciences. Per un film che ha incassato solamente 27.322 dollari al botteghino, To Leslie è molto rumoroso.
In discussione c’è il modo in cui è stata promossa la candidatura di Andrea Riseborough. Sebbene molti contendenti ai premi siano sostenuti da campagne orchestrate e pagate dagli studios dei loro film, Riseborough ha scalato i ranghi degli Oscar grazie, in gran parte, agli sforzi del regista di To Leslie Michael Morris e di sua moglie, l’attrice Mary McCormack. Hanno esortato le star a vedere il film e a ospitare una proiezione, o a lodare la performance di Riseborough sui social media. E molti di loro lo hanno fatto.
Allora qual è il problema? Il clientelismo a Hollywood non è esattamente una novità, è più o meno il modus operandi di questa pazza e colorata giostra che noi chiamiamo cinema, ma la nomination di Riseborough – e la forte risposta che ha generato – ha sconvolto la stagione degli Oscar di quest’anno, con potenziali ripercussioni per gli Academy Awards e tutti i futuri candidati all’ambito premio.
Quasi nessuno si aspettava che la campagna – incominciata in ritardo – di Riseborough le facesse effettivamente ottenere una nomination. Tuttavia, non era del tutto fuori questione. La performance di Riseborough in To Leslie è già stata nominata per un Independent Spirit Award, ma non ci si aspettava che fosse presente in quella che è generalmente considerata come una delle categorie più difficili in cui entrare. Riseborough è stata nominata insieme ad attrici come Cate Blachett, Michelle William, Ana de Armas e Michelle Yeoh.
Due interpretazioni molto apprezzate sono state tralasciate: Viola Davis in The Woman King e Danielle Deadwyler in Till. Il fatto che siano entrambe donne nere è stato un grosso punto di discussione, fatto portato a galla anche dalla regista di Till Chinonye Chukwu: “Viviamo in un mondo e lavoriamo in industrie che sono così aggressivamente impegnate a sostenere la bianchezza e perpetuare una sfacciata misoginia nei confronti delle donne nere”.
Cosa ha reso diversa la campagna Oscar di Andrea Riseborough?
Quasi tutti i candidati alla recitazione partecipano a una sorta di campagna per gli Oscar, per mettere in risalto la loro interpretazione e convincere gli elettori a guardare il loro film. È un gioco, una partita a scacchi. Il drammaturgo e sceneggiatore Jeremy O Harris ha osservato su Twitter: “La gente non si rende conto che ciò che Andrea Riseborough ha fatto accade in privato ogni notte per mesi, a partire da ottobre, per ogni film/spettacolo”.
Ci sono regole che limitano i tipi di eventi che si tengono e persino quanto qualcuno può inviare promozioni via e-mail ai membri dell’Academy durante il periodo di votazione. La maggior parte delle campagne ha alle spalle veterani strateghi e una notevole quantità di denaro. Coloro che hanno spinto Riseborough, tuttavia, sono riusciti ad attirare l’attenzione su di lei senza tale sostegno. Invece, hanno contato sugli A-listers per spargere la voce. Parliamo di volti dello spettacolo come Kate Winslet, Charlize Theron, Jennifer Aniston, Gwyneth Paltrow, Amy Adams e Courtney Cox, le quali hanno ospitato delle proiezioni del film.
Altre star come Edward Norton, Susan Sarandon, Mira Sorvino, Christina Ricci e Rosie O’Donnell hanno lodato il film sui social. Coloro che hanno sostenuto Riseborough hanno visto nella campagna un modo innovativo per aggirare i tradizionali rituali degli Oscar, un modo per discostarsi dal mondo arretrato ed elitario dei premi cinematografici.
Andrea Riseborough ha infranto qualche regola?
Non ci sono prove pubbliche che Riseborough – o qualcuno per suo conto – abbia chiaramente violato i regolamenti dell’Academy. Le proiezioni e le approvazioni che hanno spinto Riseborough per la nomination sono all’ordine del giorno. Tuttavia, qualora l’Academy dovesse rilevare che qualcuno ha violato le regole sul contratto dei membri, il consiglio di amministrazione “può intraprendere qualsiasi azione correttiva o valutare eventuali sanzioni, inclusa la squalifica”, con la conseguenza sospensione o espulsione dei membri che hanno appoggiato tale violazione.
Le nomination agli Oscar sono state raramente revocate, ma è successo. Nel 2014 il compositore Bruce Broughton, nominato per la miglior canzone originale, è stato squalificato dopo che è stato rivelato che aveva inviato un’e-mail ai membri dell’Academy del ramo musicale per richiamare l’attenzione sulla canzone. Broughton era un membro del comitato esecutivo del ramo musicale, nonché uno dei governatori dell’Academy. Insomma, ha cercato di tirare l’acqua al suo mulino con i colleghi del direttivo dell’Academy. Non è andata a finire bene.
Gli Oscar non hanno ancora commentato pubblicamente tutta la faccenda, ma l’Academy ha annunciato che condurrà un’indagine e una revisione delle procedure della campagna attorno ai candidati di quest’anno “per garantire che nessuna linea guida sia stata violata”.