Oscar 2025, Emilia Pérez ripete l’impresa di Barbie: i musical hanno invaso l’industria cinematografica?
Il film Netflix Emilia Pérez riceve 13 nomination agli Oscar 2025, un numero da record per un film non in lingua inglese.
La stagione degli Oscar non smette mai di stupirci con storie straordinarie, e quest’anno non fa eccezione. Il film Emilia Pérez, al centro dell’attenzione e di accese discussioni ha ottenuto una straordinaria doppia nomination nella categoria Miglior canzone originale. Un’impresa che richiama alla memoria il successo della campagna di marketing di Barbie, e che ha posizionato il film di Jacques Audiard sotto i riflettori dell’industria cinematografica. Il fenomeno Barbie ha lasciato un’impronta indelebile, grazie a una sceneggiatura che intrecciava abilmente la musica con la narrazione, trasformando i temi del film in successi planetari. Questo approccio ha proiettato il cast oltre il confine della semplice celebrità. Sulla stessa scia, Emilia Pérez sembra replicare la formula, ottenendo il riconoscimento dell’Accademia per ben due brani della sua colonna sonora: El mal e Mi Camino, che saranno in gara alla 97ª edizione degli Academy Awards.
Il film Netflix ha ricevuto 13 nomination agli Oscar, tra cui migliore attrice (Karla Sofía Gascón), miglior regista (Audiard), migliore attrice non protagonista (Zoe Saldaña), sceneggiatura non originale, musica (colonna sonora originale), trucco e acconciatura, fotografia e miglior film. Ha anche fatto guadagnare alla Francia una nomination come miglior film internazionale, rendendo Emilia Pérez il film non in lingua inglese più candidato nella storia dei Premi.
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Non è la prima volta che un film ottiene una doppia candidatura in questa categoria. L’anno scorso, Greta Gerwig con il suo Barbie aveva raggiunto lo stesso traguardo grazie a What Was I Made For? di Billie Eilish e I’m Just Ken, cantata da Ryan Gosling. Tornando indietro nel tempo, nel 2016 La La Land aveva conquistato il pubblico e la critica con due brani iconici: City of Stars e Audition (The Fools Who Dream). Un elemento interessante è che molti di questi film non vengono esplicitamente presentati come musical durante le campagne promozionali. Secondo quanto riportato da The Hollywood Reporter, il termine “musical” suscita ancora incertezza negli studi cinematografici, poiché molti spettatori associano il genere a storie in cui i personaggi “cantano ogni dialogo”, un dettaglio che potrebbe scoraggiarli. Per questo motivo, gli elementi musicali vengono spesso minimizzati nei trailer e nelle strategie di marketing.
Un esempio significativo è Frozen (2013), che la Disney non promosse come un musical ma che, grazie alle sue canzoni, divenne un fenomeno globale, incassando oltre 1,28 miliardi di dollari. Anche il film Wonka, con protagonista Timothée Chalamet, nelle prime anteprime ha lasciato solo intravedere numeri di canto e danza, evitando di sottolineare eccessivamente la componente musicale. Per anni il cinema musicale ha sofferto di una reputazione negativa, considerato un genere minore. Tuttavia, come afferma Manuel Arias Maldonado in The Objetive, “il musical merita di essere considerato il genere cinematografico per eccellenza, la manifestazione più pura della settima arte”. Fortunatamente, il panorama sta cambiando.