Patty Jenkins risponde alle critiche di James Cameron a Wonder Woman
"Nonostante sia un grande regista, non è una donna": Patty Jenkins ha voluto rispondere alle critiche mosse da James Cameron al suo film Wonder Woman
Ve lo avevamo raccontato qualche giorno fa: il filmmaker James Cameron aveva definito Wonder Woman di Patty Jenkins “un passo indietro”. Ora la regista ha voluto rispondere a tono alle dichiarazioni di Cameron difendendo il suo film e tutto ciò che – secondo lei – ha rappresentato.
Wonder Woman è stato un film importante per la scena cinematografica attuale: non solo è stato il primo lungometraggio dedicato al personaggio, ma è stato anche la prima pellicola ad avere come protagonista una supereroina nell’era cosiddetta post-Iron Man. Certo, ci sono state la Catwoman di Halle Berry e l’Elektra di Jennifer Garner, ma quei film erano stati trattati dai rispettivi studios come riempitivi: Wonder Woman è arrivato nei cinema in un momento storico nel quale i supereroi (uomini) regnano il box-office e ha sbancato il botteghino raccogliendo più di 800 milioni di dollari in tutto il mondo ponendosi come il film DC più redditizio di sempre.
La dichiarazione di Cameron a cui facciamo riferimento, si trova QUI insieme ad ulteriori dettagli, ma eccone un’estratto:
“Tutto questo congratularsi e darsi pacche sulle spalle in riguardo a Wonder Woman è sbagliato. È un’icona oggettificata, si tratta degli uomini di Hollywood che fanno sempre la stessa cosa! […] Si tratta di un passo indietro. Sarah Connor non era un’icona di bellezza, era forte, travagliata, una madre terribile, e si è guadagnata il rispetto del pubblico”.
Ecco come Patty Jenkins ha voluto rispondere a James Cameron via Twitter:
— Patty Jenkins (@PattyJenks) 25 agosto 2017
“L’inabilità di James Cameron nel capire quello che è davvero Wonder Woman, quello che rappresenta per tutte le donne del mondo non mi sorprende. Nonostante sia un grande filmmaker, non è una donna. Le donne forti sono grandiose. I suoi complimenti al mio film Monster e alla nostra rappresentazione di una donna forte e danneggiata è stato molto apprezzato. Ma se le donne devono sempre essere dure, brutali e travagliate per essere forti, e non abbiamo il permesso di essere multidimensionali e di celebrare un icone per le donne solo perché è di bell’aspetto e amabile, allora non possiamo ritenerci tanto progrediti. Io credo che le donne possano e debbano essere tutto, così come i protagonisti maschili. Non esiste giusto e sbagliato nell’essere una donna forte. E l’enorme pubblico femminile che ha reso il film il successo che è stato, possono di certo giudicare e scegliere le icone progressiste che preferiscono”.
Questo è uno scontro verbale nel quale prendere posizione è molto complicato. Da un alto Cameron ha espresso un pensiero chiaro e condivisibile, certo, ma Jenkins ha risposto in maniera cristallina, spiegando per filo e per segno il motivo per cui Wonder Woman è e sarà sempre un’icona, nonostante quel viso perfetto, un fisico scolpito e quell’alone di perfezione imperitura. In fondo, nemmeno Batman e Superman sono poi tanto realistici, no?