Pietro Sermonti e la sua più grande fobia: “Tutti per Uma mi ha aiutato a superarla”

La più grande fobia di Pietro Sermonti caratterizzata il lavoro e l'interesse del personaggio di Ezio, interpretato nel film Tutti per Uma.

Pietro Sermonti, attore italiano che è passato da laboratori teatrali in età adolescenziale alla Lee Strasberg Theatre & Film Institute fino alla New York Film Academy, ha raggiunto la notorietà nel ruolo di Guido Zanin nella fiction Un medico in famiglia alla quale ha partacipato per la terza e quarta stagione. Tra numerose pellicole e successi come Smetto quando voglio, Smetto quando voglio – Ad honorem, Bentornato Presidente e Bangla, è stato tra i protagonisti dell’acclamata serie tv Boris e, nel 2020, della miniserie Cops – Una banda di poliziotti. Ultimo ruolo sul grande schermo, del 2021, tra i film usciti al cinema dopo la riapertura, è stato quello di Ezio nella commedia Tutti per Uma diretto da Susy Laude, e che, a detta dell’attore stesso, lo ha aiutato a superare una delle sue più grandi paure.

Pietro Sermonti e quei ruoli che aiutano a superare le proprie paure

Tutti per Uma - Pietro Sermonti - Cinematographe.it

Una favola onirica e dai tratti surreali, filtrata dagli occhi innocenti e carichi di ingenuità del bambino protagonista del film, dimenticato dagli adulti del suo mondo, anch’essi dei bambini non ancora cresciuti, fermi a un punto della propria vita. Un punto che coincide con la perdita della propria madre, moglie di Ezio, che ha sconvolto anche Dante e Attila, rispettivamente Lillo e Antonio Catania, in Tutti per Uma, zio e padre di Ezio. Un nucleo familiare di soli uomini che, con magia, dolcezza e tocco femminile, ritrovano la gioia di vivere. Nel film Ezio è un apicoltore alla disperata ricerca di produrre un miele che gli cambierà la vita, che la gente amerà e che lui potrà quindi vendere. Pietro Sermonti però, che interpreta Ezio è, o si può dire, era, terrorizzato dalle api prima del film, fin da quando era solo un bambino. “Mi hanno punto due api contemporaneamente quando avevo sei anni e non mi sono ancora ripreso“, ha dichiarato in un’intervista. “Il film mi è servito per superare questo trauma infantile”.

 

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