Rami Malek e l’episodio con la polizia: “Accusato di rapina per un errore”
Rami Malek e il suo incontro con la polizia, decisamente spiacevole.
Rami Malek, celebre interprete di Bohemian Rhapsody e vincitore dell’Oscar, ha rivelato un inquietante episodio della sua vita in una recente intervista al Guardian. L’attore è stato fermato e trattenuto dalla polizia di Los Angeles, accusato ingiustamente di rapina. “Mi hanno bloccato contro il cofano rovente di una volante perché credevano che fossi il ladro che aveva svaligiato un negozio e rubato la borsa di una donna,” ha raccontato. La motivazione? La sua presunta somiglianza con un sospettato di origine latina.
La situazione si è risolta solo grazie all’intervento di un amico, che ha chiarito l’origine egiziana dell’attore. “Ricordo di aver pensato: ‘Potrei finire in prigione per qualcosa che non ho fatto.’ È stata un’esperienza surreale,” ha aggiunto Malek.
Lotta contro il razzismo e il peso dell’identità
Questo episodio è solo uno dei tanti momenti difficili che l’attore ha vissuto come figlio di immigrati in America. “Sono quello che chiamano ‘bianco di passaggio’, ma i miei tratti non mi hanno mai permesso di integrarmi completamente,” ha spiegato, rivelando anche le difficoltà di non aver imparato l’inglese fino ai sei anni.
Malek ha poi parlato del razzismo sistemico, citando i frequenti controlli subiti agli aeroporti, anche dopo essere diventato famoso. “Prima mi trattengono, poi si rendono conto che sono il tipo di Bohemian Rhapsody e mi lasciano andare,” ha ironizzato.
L’attore ha anche riflettuto sulle pressioni vissute dagli immigrati, sentendosi obbligato a dimostrare il proprio valore in un Paese straniero. La sua determinazione, però, ha conquistato i genitori: “Mio padre mi ha detto: ‘Nostro figlio è tenace.’ Quelle parole mi hanno dato forza.”
Con questa testimonianza, Rami Malek mette in luce non solo le sfide personali, ma anche il complesso rapporto tra identità, razzismo e il sogno americano.