Recensione da letto: Black Mass
– Ma guarda un po’!
– Lo so, tesoro… Anche per me è stato fantastico.
– No, Black Mass, non intendevo quello. Dicevo che non pensavo che Joel Edgerton se la sarebbe cavata così bene. Assomiglia un sacco a Jeremy Renner in American Hustle, ma devo dire che convince…
– Ma-ma… cosa c’entra Joel Edgerton, adesso? Io segno il ritorno di Johnny Depp! Dopo una sfilza di ruoli poco riusciti, lo vediamo finalmente in un ruolo di alto spessore!
– Ha! Sulla sfilza di ruoli poco riusciti posso essere d’accordo. La comparsata in Into the woods sembra un’inno alla pedofilia e in Mortdecai è stato imbarazzante. Ti dirò che in Trascendence, in cui appare senza impalcature e make-up assurdi, a me era piaciuto, ma al resto del mondo no…
– Acqua passata. Con la sua magistrale interpretazione del gangster di Boston Whitey Bulger, Depp dimostra una volta per tutte di essere una grande star ed un attore di enorme talento, e…
– Piano, Black Mass. Piano.
– Perché? Non lo ritieni un buon attore?
– Buon attore sì, grande attore no. Piuttosto è un attore vendibile. Almeno per ora.
– Ma come osi!
– Prendi il mio caso: sono venuto a vederti, come tutti, per scoprire appunto se Johnny Depp era ancora capace di recitare. È attorno a questo che è stato montato l’hype del film. E che dire? A tratti ci riesce e a tratti no, ma fa piacere per una volta vederlo smettere i panni copincollati di pirata/cappellaio matto/lupo cattivo e prendere quelli del gangster maniaco. Fin dai tempi di Sweeney Todd, la vena omicida gli ha sempre calzato come un guanto. Ma da qui a parlare di enorme talento ce ne passa…
– E quindi tutti i cambiamenti a cui si è sottoposto non sarebbero serviti a nulla? L’aumento di peso, il trucco?
– Sono espedienti, Black Mass. Forse bastano a creare un personaggio sopra le righe, ma non bastano a creare un personaggio credibile. Sotto gli strati di cerone e le lenti a contatto color ghiaccio, l’attore Johnny Depp resta sempre ben visibile, molto più di Jimmy Bulger.
Come ho detto, mi sono piaciuti molto di più Edgerton nei panni dell’agente corrotto e Benedict Cumberbatch in quelli del fratello del protagonista: pochi orpelli e tanta recitazione.
– Beh, su questo posso essere d’accordo… Il livello generale del cast è certamente alto.
– Eccetto Dakota Johnson, che rimane senza speranza e si sputtana un’ottima occasione per espiare 50 sfumature di grigio, probabilmente restando convinta che per passare da attrice fosse sufficiente imparare a parlare con l’accento di Boston. Un altro passo falso e, con un po’ di fortuna, finirà nel dimenticatoio…
– Uff, sei impossibile. Almeno la regia ti è piaciuta?
– Devo dire di sì. Soprattutto considerando che Scott Cooper non è un veterano: ha due film alle spalle ed uno stile non ancora del tutto rifinito che per ora lo rende più efficace sulle singole scene che sulla lunga distanza. E poi, certo, strizza più di una volta l’occhio a Scorsese. Ma diciamocelo, nessuno può fare un ganster movie senza strizzare l’occhio a Scorsese.
E la tua trama, tesoro, segue i dettami del genere piuttosto da vicino: gli inizi umili, la scalata verso il successo, la paranoia, il declino. Tutto all’insegna di una violenza più o meno gratuita declinata in scene che sì, forse sanno un po’ di già visto, ma in fondo non stonano.
– Ho capito… Non è stato così fantastico, dopo tutto.
– Oh, Black Mass. Non devi abbatterti. Sei un film con ottime idee sviluppate in modo non sempre efficace. Ma l’attenzione che queste idee meritavano è stata riservata invece alla prestazione di un attore che lascia il tempo che trova. Il Signor Depp tornerà nel sequel di “Alice in Wonderland” e nel quinto episodio di “Pirati dei Caraibi”. Non ci resta che sperare per il meglio…
– E io?
– Tu, Black Mass? A chi ama il genere gangster piacerai da morire, e piacerai anche a qualcun’altro. In fin dei conti, hai probabilmente avuto il successo che meritavi, anche se non per le giuste ragioni.
– Mmm.
– Questo significa che posso restare per un altro giro?
– Sì. Ma stavolta io sto sotto e fai tutto tu.