Robert De Niro e quello strano soprannome da gangster: perché lo chiamavano in quel modo?
In occasione degli 80 anni del leggendario attore, ripercorriamo una storia molto affascinante che risale alla sua infanzia.
Robert De Niro (nome completo, Robert Anthony De Niro Jr.) è un famoso attore, regista e produttore cinematografico americano con cittadinanza americana, nato in particolare a New York il 17 agosto 1943. Stiamo parlando di uno dei più grandi artisti della cinematografia mondiale che ha saputo, nel corso della sua carriera, dare vita a personaggi memorabili oltre a partecipare a tanti progetti. Mentre il suo esordio, in particolare, risale al 1965, quando è apparso all’interno di Tre camere a Manhattan di Marcer Carnè (dove però non è stato accreditato), bisogna attendere Ciao America! (1968) di Brian De Palma, per vederlo in azione “ufficialmente” per la prima volta.
Robert De Niro ha esordito (non accreditato) con Tre camere a Manhattan di Marcer Carnè
Vincitore di ben due premi Oscar, precisamente come Miglior attore non protagonista per Il padrino – Parte II (1974) e Miglior attore per Toro Scatenato (1980), Robert De Niro ha partecipato a titoli leggendari come La gang che non sapeva sparare (1971), Il cacciatore (1978), Taxi Driver (1976), Re per una notte (1982), Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno (1973), C’era una volta in America (1984) e molti altri. In occasione dei suoi 80 anni compiuti ricordiamo, grazie a The List, una storia del suo passato davvero curiosa. Ovviamente è cosa nota che l’attore ha partecipato a molti gangster movie nel corso della sua vita artistica anche se nella sua vita privata non ha mai avuto a che fare con queste realtà.
Da giovane, però, Robert De Niro si era guadagnato un soprannome davvero curioso, mentre era a zonzo con il suo gruppo di strada italiano che si riuniva intorno a Kenmare Street nel Lower East Side. A causa del suo aspetto, i suoi amici iniziarono a chiamarlo in un modo specifico ovvero Bobby Milk. Tale soprannome, “da ganster”, era perfettamente calzante con la sua persona, perché, a detta sua, “era pallido e strano come il latte”. Che dire? Un racconto davvero peculiare che approfondisce un aspetto importante del divo ovvero la sua giovinezza.
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