Roma: Cuaron era preoccupato che non si “connettesse con il pubblico”
Inoltre non era affatto convinto fosse la scelta giusta da affrontare dopo Gravity, ma aveva le risorse necessarie per portarlo a termine e così lo fece
Il regista del recente capolavoro, Roma, era preoccupato che il pubblico non si sentisse connesso con la pellicola
A detta di tutti, Roma di Alfonso Cuaron, presentato in anteprima a Venezia, e che ha portato a casa il premio più importante della manifestazione, l’ambito Leone d’oro, è un capolavoro. I critici che hanno visto il film non lo definiscono semplicemente “buono” o “ben fatto”. La gente definisce Roma un film “sbalorditivo” e “immensamente commovente”. Ma per il regista, questo genere di acclamazioni non erano certo garantite, anzi, era preoccupato che il film non si connettesse affatto con il pubblico.
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In una nuova intervista con The Wrap, l’acclamato regista parla del livello di attenzione che ha messo in ogni aspetto di questo progetto personale e perché era preoccupato che Roma non sarebbe stato il miglior film da realizzare dopo Gravity, ma non aveva scelta. “Ogni singolo oggetto era al suo posto”, dice, riguardo alla scenografia. “Stavamo riempiendo i cassetti di roba – anche quei cassetti che non sarebbero mai stati aperti in nessuna scena. Avevamo bisogno di avere quel tipo di realismo.”
È quel livello di dettaglio e attenzione, messo in Roma, che eleva il film a vette incredibili. E col senno di poi, come sempre, la scelta di fare questo film è stata la migliore. Tuttavia, al momento di decidere quale film sarebbe stato il suo seguito di Gravity, Cuaron sapeva che la pellicola sarebbe stata un grosso rischio.
Era il momento in cui potevo farlo. Avevo le risorse necessarie, dopo il successo economico di Gravity: potevo raccogliere i soldi per fare le cose in questo modo. Ma più importante, emotivamente ero pronto e ne avevo bisogno. Non scegli i progetti, ti scelgono loro.