Rutger Hauer e il segreto di quel breve monologo di Blade Runner, entrato nella storia del cinema
Perché il discorso di Rutger Hauer in Blade Runner è entrato nella storia del cinema?
Uscito al cinema nel 1982, Blade Runner è un cult fantascientifico diretto da Ridley Scott, con protagonista Harrison Ford, accompagnato da un cast composto da Rutger Hauer, Sean Youn, Edward James Olmos e Daryl Hannha. Ispirato al romanzo Il cacciatore di Androidi, il film è ambientato in una distopica Los Angeles del 2019, in cui vediamo i replicanti degli uomini usati come forza lavoro nelle colonie extra-terrestri. Quando un gruppo di androidi evade, sarà il poliziotto Rick ormai fuori servizio a dedicarsi alla loro cattura.
Il film è stato un vero successo e, soprattutto, è riuscito a coinvolgere appieno gli stessi attori che ne hanno fatto parte, uno di questi Rutger Hauer. L’attore fu scelto per questo film e si trovò ben presto su un set che poteva essere visto come la perfetta rappresentazione dell’Apocalisse. Il suo personaggio era Roy Batty, il leader dei replicanti rinnegati del Nexus-6 e il principale antagonista del film.
Nonostante la sua lunga e ricca carriera, Rutger verrà quasi sempre ricordato per il suo ruolo in Blade Runner e soprattutto per il monologo finale che lo ha visto protagonista. Poco prima di morire, il suo monologo è passato alla storia come uno dei soliloqui più commoventi del mondo cinematografico. La cosa sorprendente di questo momento così intenso è che la parte finale del discorso fu scritta interamente dall’attore.
“Io ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire”.