Sabrina Ferilli e il suo “non monologo” a Sanremo 2022: l’attrice cita Calvino e invita alla leggerezza
Il non monologo di Sabrina Ferilli sul palco del festival di Sanremo ha lasciato tutti a bocca aperta per la sua schiettezza e la sua genuina comicità.
Sabrina Ferilli, co-conduttrice del Festival di Sanremo per la grande finale, ha deciso di non esibirsi in alcun monologo anche se, a conti fatti, proprio di un monologo si è trattato. Un bellissimo momento condiviso con Amadeus che ha ricevuto il plauso degli spettatori e dei colleghi. L’attrice ha deciso che la sua partecipazione al festival non andava paragonata ad “argomenti brutti”, ma alla “leggerezza”. Leggero, infatti, scorre il suo intervento, seduta sui gradini dell’Ariston e con il volto e il cuore rivolto verso il pubblico in sala e a casa.
“Sono stati due anni molto duri, monologhi ce ne siamo fatti anche tanti, molti temi anche fra i più belli sono stati già toccati dalle mie bravissime colleghe. E allora mi sono messa a pensare che cosa avrei potuto dire”, esordisce Sabrina Ferilli. “Ho pensato che avrei potuto parlare di famiglie, di donne che fanno tanto, hanno i figli, lavorano, educano, una roba articolata, ma io figli non ce li ho, sono un’attrice avviata, c’ho pure un marito benestante, perché devo andare sulle palle a loro. Avrei potuto parlare di uomini che hanno troppo potere ancora, decidono per le donne, occupano tutti i livelli della gerarchia lavorativa. Avrei potuto parlare della bellezza, quella più profonda, quella interiore, delle imperfezioni fisiche, ma io sono quattro giorni che magno radici per entrare in questo vestito, non avrei avuto credibilità. La bellezza capita, è vero, ma ce se lavora pure parecchio”, continua l’attrice con la sua solita e genuina comicità.
Avrei potuto parlare di amori, quelli asfissianti, delle dipendenze amorose, mi sembrava interessante, ma poi ho pensato che Amadeus ha il profilo social di coppia, se non sono dipendenze quelle. Allora ho pensato a problemi più importanti, il femminismo, la body positivity, l’inclusione, la schwa, ma io penso che per parlare di questi argomenti bisogna che lo faccia chi ci si sporca le mani, studia, conosce e da palcoscenici meno scintillanti di questo.
E poi, il pezzo finale, dove l’attrice ha magnificamente citato Italo Calvino con la sua idea di leggerezza. “Ma perché la presenza mia deve per forza essere legata a un problema grosso, cosmico? Io sto qua per il mio lavoro, le mie scelte, la cosa migliore che mi poteva accompagnare su questo palco è la mia storia, credo che sia la cosa più bella che possa accompagnare le donne ovunque. Non è che non sappia quante cose ci sono da cambiare, da aggiustare, ma io sto nella mia linea, ho scelto la strada della leggerezza. Come dice Calvino, in tempi così pesanti bisogna planare sulle cose con un cuore senza macigni, la leggerezza non è superficialità.”