Sandra Milo regina della trasgressione a 90 anni, in costume per il Pride: “aprite la mente”
L'attrice, nonostante l'età, mostra la sua bellezza senza pudore.
Sandra Milo (pseudonimo di Salvatrice Elena Greco) è una famosa attrice, conduttrice televisiva, personaggio televisivo e cantante italiana nativa di Tunisi l’11 marzo 1933. L’artista, in particolare, nel corso della sua carriera si è distinta per il suo incredibile talento recitando in lungometraggi del calibro de Lo scapolo (1955), Eliana e gli uomini (1956), Mio figlio Nerone (1956), Le avventure di Arsenio Lupin (1957), La donna che venne al mare (1957), Erode il Grande (1959) e molti altri ancora. In particolare, nel corso della sua vita artistica, la star fu, insieme ad altre colleghe come Claudia Cardinale, musa del mitico regista Federico Fellini, apparendo in alcune sue pellicole come 8½ (1963), Giulietta degli spiriti (1965).
Sandra Milo ha esordito nel mondo della recitazione con Lo scapolo, nel 1955
Sandra Milo, arrivata alla veneranda età di 90 anni, come riportato nelle ultime ore da TGCOM24, è stata al centro di un servizio fotografico di Matteo Basilé per la rivista Flewid Book, insieme ad altre donne, in particolare per il mese del Pride e per incarnare delle bellezze non convenzionali al grido di “Abbraccia te stesso, la più grande rivoluzione”. Nonostante la maggior parte dei commenti sotto la foto sono stati positivi, sono arrivate anche critiche. La risposta della diva è stata impeccabile.
“E’ naturale, fa parte della vita. Il cambiamento non si può arrestare, è già in atto. La società si è evoluta, si è fatta trovare pronta ad accoglierlo così come dovrebbe fare una certa classe politica. Non si deve aver paura dell’amore. L’amore è la forza più grande del mondo e possederla è un privilegio ma bisogna imparare ad amare correttamente, mettendosi in ascolto dei bisogni dell’altro, curando il benessere di ogni individuo e non solo di quelli in cui ci si riconosce, consentendo a ogni forma di amore di esprimersi liberamente senza far sì che si senta a torto esclusa o peggio diversa, garantendo il diritto all’inclusività. Non permettete a nessuno di farvi sentire il peso della disuguaglianza. Io sono uguale a voi come voi siete uguali a me. Non ci sono differenze ma solo particolarità che ci rendono unici pur essendo simili gli uni con gli altri”.
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