Sanremo 2022, Roberto Saviano ricorda Giovanni Falcone: “Il coraggio è una scelta”
Roberto Saviano in un discorso commovente ed importante contro le mafie.
Roberto Saviano interviene durante la terza serata del Festival di Sanremo 2022, ricordando la strage di Capaci di trent’anni fa
Il Festival di Sanremo 2022 è divertimento, talento, performance. Ad accompagnare la leggerezza tipica del Festival, che definisce il Sanremo 2022 come le altre edizioni (anche quelle svoltesi in piena pandemia da Covid-19), alcuni momenti di riflessione politica e sociale pongono una sospensione obbligata i toni allegri e positivi della kermesse. Ad intervenire durante la terza puntata di Sanremo c’è il giornalista e scrittore napoletano Roberto Saviano, voce dell’Italia che combatte contro il grande male delle mafie. Il 2022, infatti, sancisce una data molto importante nella storia: parliamo della strage di Capaci, avvenuta il 23 maggio 1992, in cui perse la vita il magistrato Giovanni Falcone con la sua scorta.
Roberto Saviano, a Sanremo 2022, fa un discorso importante, commovente, imperativo per ricordare tutte le vittime delle mafie, la violenza di Cosa Nostra. Ecco le toccanti parole dello scrittore: “La neutralità non ci tiene in sicurezza, ci costringe a rinunciare alla libertà, alla dignità, al diritto di ricercare la felicità. Il silenzio favorisce le mafie e lascia solo chi le contrasta“, ma Falcone e Borsellino e Rita Atria “sono semi che sono germogliati, semi che possono diventare radici“. Il monologo dello scrittore – che dal 12 febbraio condurrà su Rai3 Insider – si chiude con un brano di un tema di Rita Atria: “Se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo“.
Saviano utilizza il palco dell’Ariston e l’occasione di Sanremo 2022 per sottolineare un concetto fondamentale affinché alcuni errori non si ripetano più e che la storia non si riproponga con altri tragici epiloghi. Bisogna, sottolinea l’autore ricordare: “ricordare, ma ricordare non è un atto passivo, viene da ‘re-cordari’, rimettere nel cuore, non vuol dire provare nostalgia per Falcone e Borsellino, ma rimetterli in vita sentendoli battere in noi“.