Scarlett Johansson: “Black Widow è il film #MeToo della Marvel”
Il movimento #MeToo ha ampliamente ispirato la realizzazione del film Marvel!
Per Scarlett Johansson Black Widow è il film del movimento #MeToo della Marvel: “Non potevamo perdere l’occasione”
Richiesto a gran voce per tanto tempo, finalmente è arrivato nei cinema il film Black Widow, un’avventura sulle origini del personaggio Marvel interpretato da Scarlett Johansson. Introdotto nel film Iron Man 2, il personaggio ha ora una sua storia d’origine ambientata nelle fredde lande della Russia post-sovietica. L’attrice ha iniziato a lavorare alla realizzazione del film nel 2017, insieme al capo dei Marvel Studios Kevin Feige. Sei settimane prima il giornalista e attivista Ronan Farrow pubblicava sul New Yorker gli articoli che avrebbe cambiato per sempre la faccia di Hollywood. Una volta rese pubbliche tutte le accuse mosse contro Harvey Weinstein, ecco che nasce il movimento #MeToo, un avvenimento che non è sfuggito nemmeno alla Marvel.
Lo scandalo Weinstein e la resa dei conti del #MeToo erano argomenti caldi quando Scarlett Johansson ha iniziato a incontrare lo sceneggiatore Jac Schaeffer per modellare la trama di quella che sarebbe diventata la prima pellicola della Fase 4 del Marvel Cinematic Universe, ovvero Black Widow.
Abbiamo dovuto fare i conti con questo incredibile movimento di donne che sostengono altre donne e che superano queste esperienze traumatizzanti insieme, facendosi davvero avanti e sostenendosi a vicenda. Quando abbiamo iniziato a parlare del film era proprio durante la nascita del movimento #MeToo e sentivo che non potevamo perdere l’opportunità di fare un confronto tra questi due mondi.
Nel corso del film Vedova Nera deve fare i conti con uno spietato antagonista, un uomo potente che abusa e sfrutta le donne. Non sembra forse l’ex produttore Weinstein? Persino l’attore scelto per il ruolo, Ray Winstone, ha una fisionomia che ricorda quella del fondatore della Miramax…
Ambientato dopo gli eventi di Captain America: Civil War del 2016, Black Widow vede Natasha Romanoff tenersi lontana dalle autorità, prima di venir scovata da sua “sorella” Yelena Belova (Florence Pugh), la quale la coinvolge in una missione per abbattere Dreykov (Ray Winstone). Dreykov sovrintende alla Red Room, una nefasta operazione militare sovietico/russa in cui ragazze e giovani donne vengono rapite, manipolate, sottoposte al lavaggio del cervello e costrette ad addestrarsi e, alla fine, trasformate in letali assassini noti come Vedove. La storia vede Natasha che lotta per sconfiggere il suo aggressore e liberare altre donne dal suo controllo.
È stata vittima di traumi infantili e sfruttamento ed è un passato che non vuole affrontare e da cui sta scappando. E poi sua sorella, che per certi versi è una specie di responsabilità per lei, anche se è una persona fieramente indipendente, la costringe a fare i conti con il suo passato e ad affrontarlo. Sembrava molto simile a quello che stava accadendo allora.