Smile 2: il regista sui futuri sequel che spiegheranno la mitologia di Smiler
Secondo Finn, il potere dello Smiler in Smile 2 risiede nella sua capacità di adattarsi ai timori di ogni personaggio
Il regista Parker Finn, con Smile 2, ha scelto di mantenere la mitologia dello Smiler avvolta nel mistero, privilegiando un approccio che esplora l’horror psicologico attraverso il trauma personale dei personaggi. La maledizione dello Smiler, che si nutre delle paure più profonde delle sue vittime, resta volutamente sfuggente, senza una spiegazione definitiva, permettendo al pubblico di vivere un’esperienza di orrore più personale e inquietante.
La serie horror Smile 2 potrebbe avere molta longevità
Secondo Finn, il potere dello Smiler in Smile 2 risiede nella sua capacità di adattarsi ai timori di ogni personaggio, rendendo ciascun incontro unico e imprevedibile. Questo approccio, che si discosta dalla tentazione di spiegare dettagliatamente la mitologia, permette al franchise di evolvere con ogni nuovo capitolo, introducendo protagonisti che affrontano le proprie lotte interiori, piuttosto che ripetere un singolo schema narrativo.
Finn ha sottolineato come la scelta di non svelare completamente le origini della maledizione sia intenzionale. L’horror sovrannaturale, secondo il regista di Smile 2, diventa meno efficace quando il pubblico comprende troppo della minaccia. Invece, lasciare spazi vuoti nella trama e dare solo indizi alimenta la paura dell’ignoto, che è intrinsecamente più spaventosa di qualsiasi spiegazione razionale.
Con Smile 2, Finn ha aperto la strada a un potenziale franchise horror che, grazie a questa flessibilità narrativa, potrebbe mantenersi vivo nel tempo, evitando di cadere nelle trappole comuni di ripetitività o sovra-spiegazione. Il mistero che avvolge lo Smiler e la sua capacità di adattarsi a ogni vittima garantirà che ogni nuovo capitolo possa introdurre qualcosa di nuovo e inquietante, permettendo alla serie di rimanere coinvolgente per il pubblico.
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