Stephen King troppo spaventato da un film: il maestro del brivido ha dovuto spegnere la TV!
Costretto in ospedale dopo un incidente, Stephen King ha provato a distrarsi con The Blair Witch Projecy, ma non è riuscito a finirlo tanto ne è rimasto spaventato!
Secondo Stephen King The Blair Witch Project è un film troppo spaventoso
Eh sì, suona molto strano. Eppure nemmeno chi ha costruito una carriera sulla capacità di spaventare gli altri è immune ai film dell’orrore. Stiamo parlando di Stephen King che nel corso di un’intervista per la serie documentaristica di Eli Roth History of Horror ha raccontato la sua particolarissima esperienza con il celebre The Blair Witch Project (1999), film che non è riuscito a finire quando lo ha visto per la prima volta.
È il 1999. Stephen King ha appena subito un terribile incidente (è stato investito da una macchina mentre passeggiava e ora rischia di perdere la gamba) e si trova in ospedale. Passa le sue giornate tra il dolore per le ferite, la paura di non riuscire a tornare come prima e una massiccia dose di antidolorifici. I suoi cari tentano di distrarlo in ogni modo. Ecco che uno dei figli di King ha la brillante idea di portare al padre la videocassetta del nuovo e chiacchieratissimo film horror, The Blair Witch Project. Nonostante gli antidolorifici, Stephen King non solo riesce a seguire il film, ma si dimostra anche abbastanza lucido da esserne terrorizzato, tanto che arrivato a metà visione – così racconta – è costretto a chiedere al figlio: “Spegnilo. È troppo spaventoso”.
Forse si è trattato di un aneddoto che Stephen King ha volutamente esagerato – e, del resto, non ci si aspetta altro da uno che per lavoro gioca con le parole -, ma certamente esemplifica l’impatto avuto da The Blair Witch Project. King ha poi affermato di aver completato la visione del film e anzi lo ha celebrato come uno dei migliori film horror dell’epoca. Lo scrittore statunitense ha in particolare apprezzato il realismo conferito al film dalla particolare tecnica registica del found footage. Addirittura, nel libro Danse Macabre ha aggiunto che la paura provata guardando il film gli è sembrata così reale da ricordargli una persona che si risveglia dopo un incubo, senza fiato e con il cuore in gola. Insomma, un endorsement migliore per la pellicola non poteva esserci.