Stephen King critica senza pietà Kill Bill e Quentin Tarantino: “Narcisistico, sembra un corso di nuoto”
Quella volta in cui Stephen King, famoso per i suoi adattamenti horror, scrisse una recensione contro Kill Bill di Quentin Tarantino.
Stephen King si è affermato come uno degli scrittori più importanti e prolifici degli ultimi decenni, con una carriera straordinaria nel genere horror e thriller. Le sue opere non solo hanno affascinato milioni di lettori in tutto il mondo, ma hanno anche ispirato numerosi adattamenti cinematografici, alcuni dei quali sono diventati veri e propri capolavori della settima arte.
Tra gli adattamenti più iconici dei suoi romanzi troviamo Carrie (1976) di Brian De Palma, Shining (1980) di Stanley Kubrick, Le ali della libertà (1994) e Il miglio verde (1999), entrambi diretti da Frank Darabont, Creepshow (1982) di George A. Romero, Christine (1983) di John Carpenter, Children of the Corn (1984) di Fritz Kiersch, Stand by Me (1986) di Rob Reiner, It (1990) di Tommy Lee Wallace e Secret Window (2004) di David Koepp. Queste pellicole hanno lasciato un segno nella storia del cinema, contribuendo a consolidare la reputazione di King come una fonte inesauribile di storie avvincenti e inquietanti.

Oltre a essere un talentuoso scrittore, King ha sempre nutrito una grande passione per il cinema. Non solo ha sostenuto finanziariamente molte delle produzioni tratte dai suoi romanzi, ma ha anche partecipato attivamente alla stesura delle sceneggiature e ha svolto il ruolo di consulente in diverse occasioni. Il suo amore per la settima arte lo ha persino spinto a cimentarsi dietro la macchina da presa, dirigendo Maximum Overdrive (1986), con Emilio Estévez. Il film, basato su una sua storia, narra di un gruppo di persone intrappolate in una stazione di servizio mentre le macchine, animate da una forza sconosciuta, si ribellano agli esseri umani, scatenando il caos.
La sua profonda conoscenza del cinema e il suo legame con Hollywood gli hanno conferito credibilità come voce autorevole per commentare pellicole di vario genere, non solo quelle basate sui suoi romanzi. Nel febbraio 2007, King scrisse una recensione per Entertainment Weekly in cui espresse la sua opinione su Kill Bill Vol. 1 (2003) di Quentin Tarantino. Sorprendentemente, lo scrittore non rimase affatto impressionato dal film, definendolo “insipido” e “pretenzioso”.
Leggi anche Quella volta che Quentin Tarantino tradì uno dei suoi migliori amici per “fare carriera”

“Nel giro di una sola settimana, ho visto un film che mi è decisamente piaciuto, forse il miglior film che abbia visto negli ultimi 30 anni, e un altro che non mi è piaciuto; uno che, in effetti, era piuttosto insipido. Il film noioso era Kill Bill. Probabilmente ne avrete letto delle buone recensioni, magari anche su questa stessa rivista. Steve dice di non crederci. Steve afferma che bisogna ricordare che i critici cinematografici guardano i film gratuitamente. In più, non devono pagare una babysitter o 10 dollari per il parcheggio. Quindi tendono ad eccitarsi per cose narcisistiche come Kill Bill, che è pubblicizzato come il quarto film di Quentin Tarantino, non è vero?”
King proseguì nella sua critica, sottolineando la sua delusione per il film e descrivendolo come “vuoto e autoreferenziale”. Secondo lui, nonostante la straordinaria performance di Uma Thurman, il personaggio della Sposa risultava più una figura simbolica che un essere umano reale. Criticò inoltre la violenza eccessivamente stilizzata e la mancanza di una vera conclusione, paragonando il film a un “Falò delle vanità di Quentin Tarantino”.
Questa recensione dimostra come King non sia soltanto un maestro della narrativa horror, ma anche un appassionato cinefilo con opinioni forti e argomentate. Il suo rapporto con il cinema continua a essere uno degli aspetti più affascinanti della sua carriera, contribuendo a rendere le sue opere ancora più immortali attraverso la magia della settima arte.
Leggi anche Netflix sta rifacendo uno dei migliori film di Stephen King