Steven Spielberg ha rifiutato la regia di Harry Potter
Il famoso cineasta americano della New Hollywood ha spiegato il motivo per il quale ha preferito non occuparsi del maghetto occhialuto.
Steven Spielberg è sicuramente uno dei registi americani viventi più famosi, un cineasta leggendario che, durante la sua carriera ha collezionato infinite vittorie con le sue creature cinematografiche più popolari. Il suo debutto sul grande schermo risale oramai al 1971, con Duel, per poi lanciare altri incredibili capolavori del calibro de Lo squalo (1975), I predatori dell’arca perduta (1981), Hook – Capitano Uncino (1991), Salvate il soldato Ryan (1998), Prova a prendermi (2002), La guerra dei mondi (2005), Il ponte delle spie (2015) e molti altri ancora. Recentemente tornato alla ribalta con The Fabelmans, titolo che racconta in particolare la sua storia biografica con tanta dolcezza e speranza, l’autore ha raccontato un aneddoto molto particolare, ripreso da CinemaBlend.
Steven Spielberg è recentemente tornato al cinema con The Fabelmans
Dovete sapere, infatti, che inizialmente Steven Spielberg fu scelto per dirigere il primo film della saga di Harry Potter, ma ha rifiutato, con la macchina da presa che è stata in seguito assegnata a Chris Columbus. Il film-maker ha raccontato nello specifico cosa lo ha spinto a non seguire questo incredibile e redditizio progetto e dietro tale scelta si cela il suo amore per la famiglia.
Ci sono stati diversi film che ho scelto di non fare. Mi hanno offerto Harry Potter. Ho scelto di rifiutare il primo Harry Potter per passare praticamente il prossimo anno e mezzo con la mia famiglia, i miei figli piccoli che crescono. Quindi avevo sacrificato un grande franchise, cosa di cui sono molto felice oggi, guardando indietro, sono molto felice di averlo fatto, di stare con la mia famiglia. Altre volte la mia famiglia è rimasta a Los Angeles e io sono andato all’estero per raccontare una storia.
Che dire? Una strada molto saggia quella di Steven Spielberg che, come racconta perfettamente all’interno di The Fabelmans, ha sempre dovuto combattere tra famiglia e arte. Tale dicotomia è ben rappresentata nella pellicola dallo zio Boris Schildkraut (Judd Hirsch) che racconta al giovane Sammy Fabelman (Gabriel LaBelle) cosa significa veramente seguire una passione, con tutte le contraddizioni e ostacoli del caso.