Steven Spielberg era preoccupato che Salvate il soldato Ryan fosse troppo duro
Steven Spielberg ricorda di non aver previsto il successo poi ottenuto da Salvate il soldato Ryan, anzi pensava che nessuno sarebbe andato al cinema.
Ci fu un tempo in cui Steven Spielberg era preoccupato che nessuno sarebbe andato a vedere Salvate il soldato Ryan al cinema
È stato classificato dall’American Film Institute al decimo posto tra i film più ispiratori di tutti i tempi, all’ottavo posto nella lista dei 10 film epici nel 2008, è uno dei film preferiti di Quentin Tarantino ed è nella top list tra i migliori film di guerra e, infine, ma non per questo meno importante, si è aggiudicato ben cinque Premi Oscar, incluso quello al Miglior Regista Steven Spielberg: stiamo parlando di Salvate il soldato Ryan, considerato ancora oggi un marchio di garanzia della pop culture.
Quasi 20 anni dopo l’uscita del film al cinema, il suo stile viscerale influenza ancora gli odierni film di guerra. E pensare che, a un certo punto, Spielberg arrivò a pensare che nessuno sarebbe mai andato a vedere il film nelle sale: “Non avevo assolutamente previsto il successo del film. Alle prime proiezioni, alcuni collaboratori e altre persone che facevano parte della mia vita iniziarono a dirmi che avevo fatto un film troppo duro, troppo crudo e violento. Ho temuto che si spargesse la voce e che nessuno sarebbe andato al cinema a vederlo“.
Scene come l’arrivo statunitense su Omaha Beach e l’assesio al villaggio francese di Ramelle, hanno influenzato film come Il patriota, Black Hawk Down – Black Hawk abbattuto, Lettere da Iwo Jima, Fury, La battaglia di Hacksaw Ridge e Dunkirk.