Svaniti nella notte – Riccardo Scamarcio rivela il suo riferimento artistico assoluto – “è l’attore che vorrei essere”
A partire da oggi gli abbonati a Netflix hanno un nuovo film da gustarsi, il thriller Svaniti nella notte di Renato De Maria. Basato sulla pellicola Séptimo di Patxi Amezcua, vede come protagonisti Annabelle Wallis e Riccardo Scamarcio. Lei psichiatra americana, lui uomo dal passato tormentato, compongono la coppia attorno alla quale ruotano le vicende.
Il riferimento artistico di Riccardo Scamarcio
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In un recente incontro con la stampa, Riccardo Scamarcio ha raccontato le differenze tra le produzioni italiane e quelle internazionali: “i soldi”, ha tagliato corto, ironizzando. Ad esempio, in John Wick 2, al quale anche lui partecipa, sono stati investiti la bellezza di 50 milioni di euro. Il primo impatto è stato folgorante: al Lincoln Center, vedeva la piazza, enorme, brulicante di persone.
Vedendole camminare si diceva tra sé e sé che mai sarebbero riusciti a fare una corsa in mezzo alla piazza. Poi, però, il colpo di scena, in grado di sorprenderlo: l’aiuto regista ha urlato nel megafono: “Tutti in posizione uno”. Ebbene sì, erano delle comparse, vestite e pronte, intente a prendere posto. Non ci poteva credere. In un’opera italiana difficilmente si assiste a qualcosa di simile. Tuttavia, le dinamiche rimangono le stesse, mentre l’atmosfera dipende sia degli attori sia dal regista. Quest’ultimo ha un impatto fondamentale, in quanto “direttore d’orchestra”.
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Di carriera ne ha fatta, Riccardo Scamarcio. Portato alla ribalta da Federico Moccia in Tre metri sopra il cielo, è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante, pure all’estero, accanto a miti in carne e ossa, da Al Pacino a Keanu Reeves, fino Johnny Depp. Eppure, il suo riferimento artistico assoluto è italiano: Marcello Mastroianni, l’attore che gli piacerebbe essere. Lo considera il fascino della normalità, un provinciale approdato a Roma per motivi di studio. Un trasformista che riesce a normalizzare questo lato di sé. Lo stuzzicherebbe realizzare un’opera tanto semplice quanto potente come La notte di Antonioni. Ma niente remake.
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