Ted Sarandos: “I cinema sono obsoleti, Netflix sta salvando Hollywood”

Per il CEO di Netflix Ted Sarandos le sale cinematografiche sono obsolete: "La maggior parte del Paese non può andare a piedi a un multisala"

Durante il Time100 Summit di New York, tenutosi mercoledì, il co-CEO di Netflix Ted Sarandos ha affrontato senza mezzi termini uno dei temi più dibattuti nel mondo dell’intrattenimento: il futuro delle sale cinematografiche. Intervistato da Sam Jacobs, caporedattore della rivista Time, Sarandos ha dichiarato che, contrariamente a quanto pensano in molti, Netflix non ha distrutto Hollywood — l’ha salvata. Con un sorriso, Sarandos ha risposto alla domanda provocatoria d’apertura: “Hai distrutto Hollywood?” dicendo: “No, stiamo salvando Hollywood.” Una risposta che racchiude la visione di un’industria in trasformazione, sempre più orientata verso il digitale e le abitudini del pubblico.

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“La gente vuole guardare i film a casa”

Secondo Sarandos, il problema non è la crisi di Hollywood, ma la resistenza al cambiamento da parte dell’industria tradizionale. “Netflix è un’azienda fortemente orientata al consumatore”, ha spiegato. “Ci teniamo molto a offrirvi il programma nel modo in cui desiderate guardarlo.” E cosa desiderano oggi gli spettatori? “Vogliono vedere i film a casa, grazie.” Il riferimento è chiaro: mentre studi e cinema combattono per conservare la “finestra” di 45 giorni tra l’uscita al cinema e lo streaming, Sarandos la definisce “completamente sfasata rispetto all’esperienza del consumatore”. Per lui, l’amore per un film non dipende dal luogo in cui viene visto, ma dall’esperienza che riesce a trasmettere.

Il cinema non è morto, ma è cambiato

Netflix, pur non rinnegando del tutto le sale, non le considera più il centro del sistema. La piattaforma ha acquistato teatri storici come il Bay Theater di Los Angeles e il Paris Theater di New York, ma Sarandos sottolinea che non l’ha fatto per salvare l’industria cinematografica, bensì per salvare l’esperienza cinematografica. Per i film candidati agli Oscar, come Glass Onion (2022) o Emilia Pérez (2024), Netflix programma comunque uscite cinematografiche limitate: “Aiutano con il ciclo stampa e servono per le qualificazioni, ma il nostro obiettivo resta il pubblico, non la tradizione.”

“L’idea del grande schermo è obsoleta”

Sarandos è diretto anche su un tema che divide Hollywood da anni: il valore dell’esperienza collettiva in sala. “Siamo in un periodo di transizione”, ha detto. “L’idea romantica di fare film da vedere in sala con degli sconosciuti è… obsoleta. Per la maggior parte delle persone, non per tutti.” Il CEO di Netflix riconosce che ci sono ancora contesti dove il cinema di quartiere è accessibile e piacevole. Ma per la maggior parte del pubblico americano (e mondiale), non è così. “Se ci concentriamo sui fan, se facciamo film che la gente ama, ci ricompenseranno. Non importa dove li vedano.”

La frecciata a Hollywood e la risposta a Jeff Bewkes

In chiusura, Sarandos ha lanciato un avvertimento a Hollywood: non farsi intrappolare dall’idea romantica del cinema come unico veicolo possibile per un film. “Hollywood dovrebbe adattarsi a come il pubblico vuole guardare i film”, ha affermato. Un chiaro invito a mettere da parte la nostalgia e guardare avanti. In tono più leggero, ha risposto anche a una vecchia battuta del 2010 dell’allora CEO di Time Warner, Jeff Bewkes, che aveva paragonato Netflix a “l’esercito albanese che vuole conquistare il mondo”. La risposta del 2025 di Sarandos? “Se potessi, lo direi in albanese.” Una chiusura ironica per un discorso che, tra provocazioni e visioni future, conferma una cosa: Netflix non ha paura di sfidare le regole del cinema tradizionale – anzi, vuole riscriverle.

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Fonte: Variety
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