The Meg: gli errori più grandi di Shark – Il primo squalo, il film con Jason Statham
The Meg è un film che ha certamente attirato l'attenzione del pubblico, ma ci sono degli errori che in molti hanno notato: eccone alcuni
Nell’action sci-fi The Meg (Shark – Il primo squalo), diretto da Jon Turteltaub, si parla della storia del subacqueo Jason Taylor, interpretato da Jason Sthatham. Il tutto si svolge all’interno di un sottomarino nell’Oceano Pacifico, nel quale l’equipaggio presente viene attaccato da un’enorme bestia marina. Compito del protagonista è proprio quello di salvare tutti quanti dalla morte. Nel 2022 è prevista l’uscita del secondo capitolo di questa saga e, proprio in occasione di questo, è bene approfondire quelle che sono le caratteristiche del primo film. In particolare, in molti hanno notato degli errori abbastanza importanti all’interno della pellicola: li avrete notati anche voi?
A che genere appartiene The Meg (Shark – Il primo squalo)?
The Meg, uscito in Italia nel mese di agosto del 2018, ha ottenuto parecchi consensi a livello di critica. Durante tutta la durata del film, però, si vedono unire dettagli provenienti da diversi generi cinematografici. Ci sono, ovviamente, caratteristiche provenienti da film action e sci fi, come detto precedentemente, ma alcuni dettagli sono decisamente horror. Di fatto, però, si è trattato di un film non troppo spaventoso per essere definito un horror, non troppo divertente per essere definito una parodia di un disastro. In generale possiamo dire che vira più verso il genere action. Insomma, quello che è criticato è il fatto di non aver osato abbastanza in una direzione specifica.
Mancanza di uno strumento caratterizzante di genere
Stando a quanto affermato precedentemente, si capisce come la decisione di non prendere una posizione precisa va a infierire anche sull’identificazione di una linea di pensiero. In altri film con protagonista un mostro assassino marino, vediamo come spesso ci siano dettagli scenografici ben precisi e caratterizzanti. In Piranha, per esempio, i registi decidono di utilizzare litri di sangue e pezzi di arti galleggianti per far capire la pericolosità della situazione. Oppure, vediamo in The Reef l’utilizzo di video di squali reali per far arrivare un senso di veridicità nella narrazione. Ecco, in questo caso non vediamo nulla di altamente veritiero o tipico che possa far rimanere impresso The Meg nella memoria collettiva.
Jason Statham come unico protagonista
Di fatto, tutta la narrazione è incentrata sulla persona di Jason Taylor che appare come unico vero eroe della narrazione, ma ci sono delle difficoltà e dei limiti evidenti in questo. In particolare, vediamo come questo personaggio sia di fatto troppo vulnerabile e piccolo in confronto al gigantesco squalo assassino che li sta attaccando. A differenza di grandi classici del genere, non riusciamo in questo senso a percepire il vero terrore che incombe in ogni momento su tutti, ma sembra quasi che il pericolo sia solamente addosso ad un solo ed unico personaggio. Si tratta di una linea di pensiero decisamente distante da altri film, come per esempio in Lo squalo, capolavoro di Steven Spielberg, nel quale vediamo la paura e la pericolosità in ogni momento della pellicola, anche fuori dall’acqua.