There is no Evil, Orso d’Oro a Berlino, arriverà in Italia con la Satine Film

There is no Evil, diretto da Mohammad Rasoulof vince l'Orso d'Oro al Festival di Berlino 2020 e arriverà in Italia distribuito dalla Satine Film.

There is no Evil diretto dal regista iraniano Mohammad Rasoulof e vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino come Miglior Film uscirà in Italia distribuito dalla Satine Film

L’opera There is no Evil del regista iraniano Mohammad Rasoulof, condannato agli arresti domiciliari per il suo impegno civile e politico, ha conquistato la Giuria del 70º Festival di Berlino, presieduta da Jeremy Irons che ha annunciato il Premio con entusiasmo e che ha accolto la proiezione ufficiale con interminabili applausi e una grande commozione. Il film, dopo aver appunto vinto l’Orso d’Oro a Berlino come Miglior Film, uscirà nelle sale italiane distribuito dalla Satine Film, ma non si ha ancora una data d’uscita certa. There is no Evil è un dramma con una struttura in quattro atti che si interroga sulla difficoltà di esprimere la libertà individuale quando si ha di fronte una situazione imposta da altri, dove le scelte non dipendono dal singolo individuo, e che ha come tema centrale quello della pena di morte in Iran. “Un’opera protente e profonda“, dichiara Claudia Bedogni, titolare della Satine Film. “Un film che sullo sfondo del dramma del popolo iraniano ci fa riflettere su dilemmi morali universali e sulla responsabilità delle nostre scelte. Un’opera che siamo davvero molto orgogliosi di aver acquisito e di far conoscere presto al pubblico italiano“.

Heshmat è un uomo di famiglia a Teheran con la moglie insegnante e una giovane figlia. Il regista lo segue nella sua quotidianità tra le varie commissioni come pagare le bollette, fare shopping, visitare la madre anziana, e aiutare sua moglie a tingersi i capelli per un matrimonio a cui i due devono andare. Una sequenza finale devastante, che rivela la natura del lavoro di Heshmat, scopre la tensione dietro il suo tentativo di essere il padre buono e amorevole di una “normale” famiglia occidentalizzata e funge da potente metafora del compromesso tra coscienza e conforto che così tanti i regimi impongono a coloro che comandano.