Tim Burton parla del sequel di Nightmare Before Christmas
Il celebre regista ha parlato di The Nightmare Before Christmas in onore del trentesimo anniversario del cult natalizio.
Tim Burton non è contrario ai reboot e ai sequel, ma crede che Nightmare Before Christmas sia un film che, probabilmente, è meglio lasciar stare.
Per Empire, il celebre regista ha parlato di The Nightmare Before Christmas in onore del trentesimo anniversario del cult natalizio. Tim Burton, che ha creato la storia ed è stato produttore del progetto, ha spiegato come il film d’animazione sia particolarmente importante per lui, lasciandolo però senza alcun interesse per realizzarne un seguito. Per assicurarsi che il film non abbia un sequel, il regista si paragona allo stereotipo di un vecchio che protegge la sua terra, insistendo sul fatto che nessuno sarà in grado di toccarla, non importa quanto duramente ci proveranno.
“Per me il film è molto importante”, ha spiegato a Empire Burton, che ha appena terminato le riprese del sequel di Beetlejuice. “Ho fatto sequel, ho fatto altre cose, ho fatto reboot, ho fatto tutte quelle stronzate, giusto? Non voglio che succeda a questo. È bello che le persone siano interessate, ma io no. Mi sento come quel vecchio che possiede un piccolo pezzo di proprietà e non vuole venderlo alla grande centrale elettrica che vuole prendersi la mia terra. Vattene dalla mia terra! Tu, piccolo fastidioso… Non otterrai questa proprietà! Non mi interessa cosa vuoi costruirci sopra. Dov’è il mio fucile?”
Tim Burton ha anche spiegato che Jack Skellington, in particolare, sia un personaggio a cui è molto affezionato. Jack è un personaggio che è “percepito come oscuro, ma in realtà è buono”, riferendosi all’immenso fascino che esercita. È proprio questo aspetto che aiuta Burton a relazionarsi con Jack, come ha detto il regista: “Queste sono le cose che amo, che si tratti di Edward Mani di forbice o Batman, personaggi che sono così. Rappresentava tutti quei sentimenti che provavo. Ero percepito come questo personaggio oscuro, quando non mi sentivo così. Quindi era un personaggio molto personale.”
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