Todd McFarlane paragona Stan Lee a Walt Disney
Todd McFarlane si sofferma a lungo su Stan Lee e sull'impatto che l'incontro con la leggenda Marvel ha avuto sulla sua creatività.
Il regista di Venom, Todd McFarlane, ha incontrato per la prima volta Stan Lee a una convention. Ecco cosa ha rivelato il regista sulla leggenda Marvel appena scomparsa
Todd McFarlane ricorda ancora con affetto il giorno in cui incontrò Stan Lee, quando aveva solo 16 anni e sarebbero trascorsi ancora decenni prima di dirigere film come Spawn e Venom. Nonostante McFarlane fosse ancora un signor nessuno allora -mentre ovviamente Lee era già una leggenda avendo contribuito a creare iconici supereroi come Spider-Man e Iron Man – Lee permise al 16enne di trascorrere l’intera giornata seduto al suo fianco.
Anni dopo i due sarebbero diventati amici, anche se Lee ha più volte ribadito di non ricordare questa interazione iniziale tra i due. Poco dopo l’annuncio della scomparsa di Lee, McFarlane ha rivelato a Variety:
Ho capito che ha creato tutti questi personaggi, ma il vero superpotere di Stan era il modo in cui interagiva coi fan. Riusciva in 30 secondi a far sì che una celebrità potesse avere un particolare impatto su una persona. Poteva essere ovviamente positivo o negativo, ma sarebbe stato duraturo. Capiva questa responsabilità e non affrontava l’essere famoso come un disturbo. Anzi, gli piaceva molto.
Il co-creatore di Spider-Man, dei Fantastici 4, degli Avengers, e degli X-Men viene considerato un artista lungimirante, il cui lavoro continuerà a riecheggiare grazie ai film Marvel e ai celebri show. È un’eredità che McFarlane crede sia praticamente impareggiabile negli annali della cultura popolare:
Poche persone possono creare il genere di personaggi che hanno questo tipo di impatto globale. L’unica altra persona a cui riesco a pensare in questi termini è Walt Disney. Proprio come l’impatto di Disney continua a crescere ed espandersi, allo stesso modo penso che continueremo a vedere un’evoluzione, se non ancora più maestosa di quella di Disney, dell’eredità di Stan Lee.
Spawn: Todd McFarlane parla del nuovo costume che vedremo nel film
Parte del contributo di Lee al mondo dei fumetti riguarda soprattutto la decisione di dare ai suoi supereroi protagonisti una struttura e un sostegno più umano. Ha creato uomini e donne che possono sì indossare mantelli e costumi aderenti, ma ognuno di essi deve lottare al tempo stesso con problemi quotidiani reali – da relazioni fallite a ostacoli finanziari. McFarlane ha continuato dicendo:
Comprendeva la grandezza di ciò che aveva creato. Aveva il melodramma. Sapeva che i fumetti non erano altro che spettacoli di Broadway con un sacco di colori brillanti. Gli eroi devono essere buoni e i villain devono essere molto cattivi. Ma i suoi personaggi non erano senza difetti. Avevano il loro tallone d’Achille. Non erano sempre perfetti o super bellissimi, ma erano pur sempre appariscenti. Lanciavano martelli, bloccavano le macchine coi loro corpi, e indossavano pazzi costumi spaziali.
Nel corso degli anni, McFarlane ha incontrato più volte Lee ai panel di alcune convention oppure durante alcune cerimonie. Inoltre, il regista ha cercato sempre di andare a fargli visita quando si trovava a Hollywood. Ha ammesso che negli ultimi mesi è stata dura vedere l’infaticabile Lee alle prese con la vecchiaia. Dopo aver espresso il suo cordoglio, McFarlane ha detto che l’approccio del suo amico e mentore al suo lavoro dovrebbe essere un esempio anche per altri artisti:
Quando parlavi in privato con Stan, lui era consapevole di avere dei dubbi. A quel tempo non sapeva cosa stesse per scatenare. Non sapeva se avrebbe funzionato, quando tentava qualcosa con un personaggio. Tutte le persone creative hanno a che fare con questi dubbi e problemi. Ma anche se aveva dubbi, non si fermava mai. Continuava a fare quello che sapeva fare meglio. Spero che questo dia speranza alle persone.