Top Gun e quell’incidente mortale sul set del film con Tom Cruise
Il fatale incidente sul set di Top Gun
Top Gun è uno dei più amati film action diretti da Tony Scott. Nel lontano 1986, alla sua uscita nei cinema, incassò infatti la cifra di 177.030.000 milioni di dollari, classificandosi al secondo posto tra i film di maggior incasso della stagione 1986-1987. Interpretato da Tom Cruise, Val Kilmer, Tom Skerritt, Tim Robbins, Meg Ryan e molti altri, il film, è stato di recente annunciato, sta per avere un sequel. La pellicola, che lanciò Tom Cruise nel mondo di Hollywood, racconta la storia del personaggio da lui interpretato, Pete Mitchell, giovane aviatore della marina militare americana e del suo rapporto con Goose, della loro permanenza della scuola di Top Gun, della loro formazione e anche della storia d’amore tra Mitchell e l’istitutrice Charlotte Blackwood. Il film è ricco di sequenze acrobatiche e scene d’azione, una delle quali costò la vita al famoso aviatore Art Scholl.
La tragedia sul set di Top Gun
L’eroe dell’aviazione Art Scholl aveva intrapreso migliaia di audaci acrobazie aeree durante spettacoli, film e programmi TV. Ma sul set, durante una rotazione piatta invertita, che aveva eseguito centinaia di volte, finì sul fondo dell’oceano pacifico. Essendo ritenuto troppo pericoloso addentrarsi a cinque miglia dalla costa nelle acque dell’oceano, soprattuto considerando che si ipotizzava che l’aereo fosse a una profondità di più di 350 metri, né l’aereo Pitts S-2 né il corpo di Art furono mai recuperati, lasciando sua moglie Judy, i suoi due figli, amici e colleghi con molte domande senza risposta circa quel fatale incidente.
La morte ha scioccato il mondo del cinema e dell’aviazione e Top Gun è stato dedicato alla sua memoria. Judy Scholl ha raccontato, durante un’intervista dei Daily Mail quanto sia stata scioccante la morte del marito Art e quanto lui sarebbe stato felice di sapere che ora è in fase di sviluppo un sequel di Top Gun. “Art è stato un grande pilota e un grande showman“, ha dichiarato. “Prendeva molto sul serio il sua lavoro e quando si trattava di acrobazie aree, anche se le conosceva a memoria, era sempre molto concentrato. Ogni volta pianificava tutto attentamente. Quindi in realtà non so cosa sia successo sul set Top Gun. È stato uno shock enorme per me. Molte persone del settore e dell’aviazione sono rimaste turbate dalla sua scomparsa“.
Un’acrobazia apparentemente innocua
Art aveva lavorato a centinaia di programmi TV e film di successo tra cui Indiana Jones, aveva 53 anni quando iniziò a partecipare alle riprese di Top Gun. Gli era stato chiesto di girare alcune inquadrature chiamate “riprese di targa” che vengono spesso utilizzate come sfondo dietro gli attori che hanno già girato la scena con il green screen. Era il 16 settembre del 1985 quando Art si stava preparando per una rotazione piatta invertita con il suo aereo, si tratta di una mossa a rischio abbastanza basso per un pilota esperto, la stessa mossa che Art per 18 anni insegnò a centinaia di studenti nella sua scuola d’aviazione. All’aeroporto Palomar di Carlsbad, Art incontrò la troupe e fu messa la macchina da presa sull’aereo che riprendeva l’esterno come se si trattasse di una soggettiva del pilota dall’interno dell’aereo.
La sceneggiatura prevedeva una rotazione piatta sull’acqua, dove l’aereo gira ma non è in grado di ottenere alcun sollevamento. Mente stava facendo diverse sequenze di questi giri piatti, nella prima sequenza l’aereo che fungeva da osservatore, stava volando dietro di lui ed entrò nella ripresa. School chiese loro di arretrare di un paio di miglia per non rovinare la scena. L’aereo facendo marcia indietro, perse di vista il veicolo di Scholl. Il pilota li informò quindi via radio che stava iniziando la rotazione invertita. Ma poi dalla radio arrivò un altro messaggio, lo si sentì dire: “Ho un problema” e poi circa tre secondi dopo “Ho un vero problema“. Così i ragazzi dell’aereo che fungeva osservatore entrarono nell’area in cui stava girando Scholl, ma quando arrivarono lui non c’era più. L’imbarcazione di supporto perquisì la zona individuando detriti e olio che galleggiavano sull’acqua.