Torino Underground Cinefest 2024: tutti i vincitori

Per il TUC 2024 i vincitori delle tre sezioni sono l’iraniano Cause of Death; Unknown di Ali Zarnegar, il francese Tornadoes di Annabelle Amoros e il polacco Pipsqueak di Lena Jaworska. Tre riconoscimenti per Orso di Bruno Mercier.

Si è conclusa l’undicesima edizione del Torino Underground Cinefest – proposto dall’Associazione Culturale SystemOut, ideato dal regista Mauro Russo Rouge, attualmente Direttore Generale, e diretto dal critico cinematografico Alessandro Amato – così come la sua serata di premiazione. Dopo l’attribuzione del Premio Sooner a Bonifacio Angius e del Premio Streeen! a Das rad – Viaggio di una bicicletta di Ambra Tonini, la serata ha finalmente proclamato i vincitori delle Giurie delle tre sezioni in concorso.

Lungometraggi

La Giuria del concorso lungometraggi, composta da Francesco Notarangelo, Laura De Francesco e Marco Nassisi, ha decretato come Miglior Film l’iraniano Cause of Death; Unknown di Ali Zarnegar in quanto “Colpisce la capacità del regista Ali Zarnegar di seguire da vicino i percorsi dei personaggi, rivelando con grande abilità le diverse reazioni di ciascuno. I dialoghi, incisivi, permettono di comprendere pienamente le dinamiche che intercorrono tra i personaggi. Considerando l’ambiente desolato del deserto in cui si svolge la vicenda, il regista riesce a trasmettere un senso pervasivo di atmosfera e di minaccia imminente. Questo contribuisce anche a risolvere la storia in modo efficace, con una svolta generale sorprendente, potenziata da una serie di inquadrature impressionanti che rendono il momento ancora più scioccante”.

L’alloro come Miglior Regia va a Aurélia Mengin per il film Scarlet Blue (Francia – La Riunione) “per la sensibilità con cui ha filmato i suoi personaggi e le loro azioni, riuscendo a comunicare, tramite audaci scelte di inquadratura e dinamici movimenti di macchina, l’angoscia indispensabile per far entrare lo spettatore nel mondo surreale e artificioso che ha costruito. La ricerca estetica e la sperimentazione del linguaggio arricchiscono l’aspetto visivo di Scarlet Blue, i cui colori vividi ci catturano, trascinandoci in un’esperienza ipnotica”.

Il Premio come Miglior Attrice va a Freddie Mosten-Jacob per il film Suicide Tuesday di Joakim Paronen (Svezia) “per la fragilità e la sensibilità che ha saputo trasmettere anche solo con uno sguardo. Che sia sbavata dal trucco o senza una macchia, la sua immedesimazione nel personaggio è stata così profonda da averle permesso di portare sempre la verità ogni qualvolta la macchina da presa la inquadrava. Essendo un carattere onnipresente, è stata bravissima a reggere il peso di una storia così potente”.

Il Miglior Attore è Anthony Moudir per il film Orso di Bruno Mercier (Francia) “per la capacità di esprimere il suo tormento d’animo di fronte alla confusione che si manifesta nella sua esistenza. Non è facile dare un volto alla tragicità, e lui, di fronte al bivio tra realtà e illusione, ha saputo darne una rappresentazione credibile”.

Il premio per la Miglior Sceneggiatura va a Bruno Mercier per il film Orso (Francia) dallo stesso diretto con la seguente motivazione: “Il regista e sceneggiatore Bruno Mercier mette in scena una trama intensa e convincente, alimentata da tormento, disturbo, amore, passione e ambiguità nelle relazioni. I personaggi, insieme ai loro profili psicologici, sono delineati con grande cura. La maestria drammaturgica di Mercier si avverte chiaramente. Il rapporto tossico tra Orso e Louison, e successivamente con la gemella Mara, colpisce lo spettatore con una ferocia inaspettata. I dialoghi risultano sempre pertinenti e mai fuori luogo. Con grande abilità, Mercier ci trascina in una narrazione che ci cattura e inganna. La trama stessa è un gioco ambiguo: realtà o illusione?” Orso si è aggiudicato anche il premio per la Miglior Fotografia.

Il Premio per il Miglior Montaggio va a Jean Apa del film Suicide Tuesday di Joakim Henrik Paronen (Svezia) “per aver saputo raccontare con ritmo chirurgico una storia semplice ma ricca di pathos, sapendo rendere i numerosi flashback funzionali alla narrazione e per aver accompagnato le gesta dei suoi sgangherati protagonisti dandogli il giusto spessore drammaturgico”.

Documentari

La Giuria del concorso documentari, formata da Federica Zancato, Andrea Grasselli e Silvia Pesce decreta come Miglior Documentario del Torino Underground Cinefest 2024 Tornadoes di Annabelle Amoros (Francia) motivando così la propria scelta: “Il film rappresenta con grande consapevolezza, rigore e disarmante lucidità, di come il capitalismo del paesaggio sfrutta e cerca di prevedere l’inevitabile evento atmosferico per trarne profitti multiformi. Il sonoro allarmante e la tensione costante del fuori campo ritrae l’essere umano che spettacolarizza la natura quando non la può controllare”.

Attribuisce il premio per la Miglior Regia a Paul-Claude Demers per Diary of a Father (Canada) in quanto “Si dice che il dolore sia sopportabile se lo si trasforma in una storia. Una lettera possibile e impossibile raccontata da un padre che ripercorre la sua storia familiare e il suo vissuto con maestria attraverso il riverbero dei ricordi. Molto efficace l’accostamento del materiale d’archivio con i paesaggi esterni e le scene ricostruite”. Il Premio come Miglior Montaggio della sezione documentari va a Enrico Giovannone per A Loving Act di Riccardo Bianco (Italia). La Giuria del concorso documentari attribuisce, inoltre una Menzione Speciale all’iraniano The Shadow Yearning To Fly di Elham Ahmadi.

Cortometraggi

Passando alla Giuria del concorso cortometraggi, composta da Carlo Griseri, Zelia Zbogar e Mattia Napoli, si premia come Miglior Corto il film Pipsqueak di Lena Jaworska (Polonia) in quanto “nonostante volessimo premiare un corto sotto i quindici minuti, alla fine abbiamo talmente amato questo film che ci siamo contraddetti. Un addio, un viaggio e una missione, una fisarmonica pesante e un amore da conquistare, un giovane Holden attraversa vite e destini, in un continuo slancio contrapposto allo struggimento e alla decadenza. Questo film, scritto e diretto da Lena Jaworska e interpretato da Miłosz Bachonko è una parabola splendida e impertinente, finanche anticlericale”.

Il Premio per la Miglior Regia va ad Andrii Kokura per In Paris No One Thinks About Tomorrow (Ucraina) che “a soli 21 anni si conferma autore consapevole e già maturo, con una precisa idea di cinema e il coraggio di osare nonostante le limitazioni pratiche che gli sono imposte. Con il suo cortometraggio riesce a raccontare anche la tragedia che sta vivendo il suo Paese da un’angolazione originale e coinvolgente”.

La Giuria della Sezione Cortometraggi ha attribuito il Premio per la Miglior Sceneggiatura e quello per la Miglior Interpretazione al film Vox populi di Svetlana Yancheva (Regno Unito) con la seguente motivazione: “Un premio sinergico, per un film che si è distinto e che ha incantato e divertito tutti noi. Una scrittura che parte dal personale e locale per raccontarci uno spirito e un’inquietudine collettiva; che usa gli stilemi della satira senza calcare, ricca di idee e di umanità. Un’interpretazione magistrale, nei tempi, nella mimica e nel non detto; un’attrice magnetica e misurata, giocosa e drammatica. Nello specifico la miglior sceneggiatura va a Svetoslav Ovtcharov e la miglior interpretazione va a Svetlana Yancheva”.

Il Premio per la Miglior Fotografia è assegnato a Will Hanke per Beneath a Mother’s Feet di Elias Suhail (Regno Unito). Il Premio per il Miglior Montaggio è andato a Francesco Sossai per il film Il compleanno di Enrico dello stesso Sossai (Germania). Rispetto ai premi collaterali, è stato assegnato il premio per il Miglior Sound Design a Kent Olofsoon per Zonen, diretto da Nina Jeepson (Svezia). Infine la Menzione Albe Steiner, proposta dagli alunni del corso di Audiovideo dell’IPS Albe Steiner di Torino, selezionati dal docente Davis Alfano, va, dopo la visione dei dieci film della categoria Italian Showcase, a Ciurè di Gianpiero Pumo (Italia).

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