Toy Story compie 30 anni e la Pixar finalmente ammette un inaspettato retroscena

Alla Pixar ammettono, 30 anni dopo, che nessuno si aspettava quello che è successo con Toy Story.

Il 22 novembre 2025 segnerà il 30º anniversario della première di Toy Story, il rivoluzionario film Pixar che ha ridefinito il mondo dell’animazione. All’epoca, lo studio indipendente lo sviluppò con l’intenzione di distribuirlo tramite Disney, e il resto è storia. Oggi, a tre decenni di distanza, il regista ancora fatica a comprendere come il film sia diventato il secondo maggior incasso dell’anno, superato solo da Trappola di cristallo. Ma se c’è una cosa su cui tutti i bambini di allora sarebbero d’accordo, è che Toy Story li ha portati “verso l’infinito e oltre”.

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In un’intervista a The Hollywood Reporter, Pete Docter—uno dei tre sceneggiatori e animatori principali del film—ha ricordato quanto il successo di Toy Story fosse tutt’altro che scontato: Non ci aspettavamo che avesse un impatto così forte sulla cultura pop. Eravamo solo un gruppo di nerd, sembrava di lavorare nel garage di casa. Lo studio era un piccolo spazio in affitto, niente di lussuoso, e l’atmosfera era molto informale e rilassata.”

Ancora oggi, il film continua a essere tra i più visti su Disney+. Tuttavia, guardandolo con gli occhi del 2025, Docter riconosce quanto l’animazione sia cambiata: “Rivedendolo oggi, sembra quasi un videogioco rispetto agli standard attuali. Ma il suo punto di forza sono sempre stati i personaggi e le incredibili interpretazioni degli attori. Anche con un’animazione rudimentale, il pubblico se ne è innamorato. È incredibile pensare che siano passati quasi 30 anni.”

Nel frattempo, il franchise si è espanso con tre sequel (quattro, contando l’attesissimo Toy Story 5), uno spin-off (Lightyear), oltre a cortometraggi e serie. Eppure, nonostante innumerevoli tentativi di imitazione, nessuno è riuscito a replicarne il successo. “Quando uscì Toy Story, non c’erano molti film che tentavano di fare la stessa cosa. Il nostro obiettivo era portare l’animazione a un livello che potesse coinvolgere anche ventenni e trentenni, proprio come Spielberg fece con Indiana Jones e Lucas con Star Wars.”

Docter riflette su come il progresso tecnologico abbia trasformato l’animazione e il ritmo del cinema: “All’epoca sembrava assurdo pensare di creare un film senza disegnare ogni fotogramma a mano. Ma oggi è la normalità. E se confrontiamo Toy Story con Toy Story 4, vediamo quanto sia aumentata la sofisticazione visiva. Persino il ritmo narrativo è cambiato: cerchiamo di stare al passo con la velocità del mondo moderno.”

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