Tre piani: al via le riprese del film di Nanni Moretti
Nanni Moretti ci porta a Tel Aviv col suo nuovo film tratto dal libro dello scrittore israeliano Eshkol Nevo.
Al via lunedì 4 marzo le riprese di Tre piani, il nuovo film di Nanni Moretti
Dopo Mia Madre e Santiago, Italia Nanni Moretti torna dietro la macchina da presa per Tre Piani, il film tratto dal romanzo di Eshkol Nevo, che sarà nelle sale italiane a partire dal 2020 distribuito da 01 Distribution.
Prodotto da Sacher Film e Fandango, con Rai Cinema e Le Pacte, la pellicola sarà distribuita in Francia grazie a Le Pacte e nel resto del mondo da The Match Factory.
Basato sul romanzo del 2017 dello scrittore israeliano Nevo, il film godrà di una sceneggiatura scritta da Federica Pontremoli e Valia Santella, nonché dallo stesso Nanni Moretti, che vedremo anche nel cast insieme a Riccardo Scamarcio, Margherita Buy, Alba Rohrwacher, Adriano Giannini, Elena Lietti, Denise Tantucci, Alessandro Sperduti, Anna Bonaiuto, Paolo Graziosi, Tommaso Ragno, Stefano Dionisi.
Non si sa ancora molto sul film, ma la trama seguirà certamente la storia raccontata nel romanzo pubblicato da Neri Pozza editore. Racconterà dunque la storia di una palazzina di tre piani nella quale vivono persone dalle vite apparentemente perfette; famiglie che nascondono delle debolezze; gente in cui si insinua il bisogno di amare, essere rassicurati, capiti. Di seguito la trama del libro.
In Israele, nei pressi di Tel Aviv, si erge una tranquilla palazzina borghese di tre piani. Eppure, dietro quelle porte blindate, la vita non è affatto dello stesso tenore. Al primo piano vive una coppia di giovani genitori, Arnon e Ayelet. Hanno una bambina, Ofri, che occasionalmente affidano alle cure degli anziani vicini in pensione. Ruth e Hermann sono persone educate, giunte in Israele dalla Germania, lui va in giro agghindato in giacca e cravatta, lei insegna pianoforte al conservatorio e usa espressioni come «di grazia». Un giorno Hermann, che da tempo mostra i primi sintomi dell’Alzheimer, «rapisce» Ofri per un pomeriggio, scatenando una furia incontenibile in Arnon, inconsciamente e, dunque, irrimediabilmente convinto che dietro quel gesto, in apparenza dettato dalla malattia, si celi ben altro. Al secondo piano Hani, madre di due bambini e moglie di Assaf, costantemente all’estero per lavoro, combatte una silenziosa battaglia contro la solitudine e lo spettro della follia che, da quando sua madre è stata ricoverata in un ospedale psichiatrico, non smette mai di tormentarla. Un giorno Eviatar, il cognato che non vede da dieci anni, bussa alla sua porta e le chiede di sottrarlo alla caccia di creditori e malintenzionati con cui è finito nei guai. Hani non esita a ospitarlo e a trovare cosi un riparo alla sua solitudine. Salvo poi chiedersi se l’intera vicenda non sia un semplice frutto dell’immaginazione e dei desideri del suo Io. Dovrà, giudice in pensione che vive al terzo piano, avverte l’impellente bisogno di dialogare con il marito defunto e per farlo si serve di una vecchia segreteria telefonica appartenutagli.