Troppo azzurro: trama, cast e cosa sapere del film di Filippo Barbagallo
Crescere è complicato, soprattutto a 25 anni.
“E mo’ che famo?”. Dario guarda Sandro, ma lui fa spallucce. Classico pomeriggio romano d’agosto. Caldo, noia, zero idee. Comincia così Troppo azzurro, il film d’esordio di Filippo Barbagallo, che interpreta Dario. Il problema del protagonista è sempre lo stesso: a venticinque anni è come se ne avesse sedici. Ancora a casa, stessi amici, zero responsabilità. Passano le ore davanti alla tv, battute sul divano, birra calda e discorsi inutili su cosa fare la sera.
Almeno fino a quando non appare Caterina (Alice Benvenuti), una ragazza conosciuta per puro caso. Lei è diversa. È interessante. Però – e figurati se no – torna anche Lara (Martina Gatti), quella che piaceva a Dario già alle superiori e che lui ha sempre considerato irraggiungibile. Ovviamente le cose si complicano.
Troppo azzurro: estate, amore e crisi

Nel frattempo, in casa c’è Franco (Valerio Mastandrea), che non fa che ripetere: “Prima o poi dovrai crescere, no?”. Ed è forse questa la domanda che fa girare tutto il film: quanto tempo puoi davvero rimandare il momento di diventare adulto?
Per Troppo azzurro l’esordiente alla regia Filippo Barbagallo si è affidato a Gianni Di Gregorio (noto per Pranzo di Ferragosto) per trovare la giusta misura tra ironia e malinconia. Barbagallo è uno che si ispira a Troisi e Verdone, ma che prova anche a inserire qualcosa del Woody Allen più leggero. Nel cast ci sono pure Brando Pacitto (Sandro, l’amico di sempre) e Valeria Milillo, nei panni di Paola.

La storia è semplice: racconta quel momento, quel punto della vita in cui smetti di rimandare e cominci a prenderti delle responsabilità. Un passaggio che fa sorridere e che, a volte, lascia anche una punta di tristezza. È un film senza grosse pretese, ma proprio per questo potrebbe piacere a tanti.
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