Venezia 79, Lars Von Trier presenta The Kingdom Exodus. Sul Parkinson: “Continuerò a lavorare”
Festival del Cinema di Venezia, Lars Von Trier in collegamento via Zoom presenta l'ultima stagione di The Kingdom Exodus e parla del Parkinson.
Lars Von Trier – uno dei registi più controversi, talentuosi e visionari del cinema contemporaneo – ritorna alla ribalta al Festival di Venezia 2022. A Venezia ’79, infatti, l’artista presenta la terza e definitiva stagione della sua serie The Kingdom Exodus. La serie aveva debuttato 28 anni fa con la sua prima stagione, ovvero nell’ormai lontano ’94. Lo show, chiaramente ispirato al capolavoro di David Lynch, Twin Peaks, ha presentato la sua seconda stagione nel ’97. L’inquietante Regno che terrorizza l’ospedale danese avrà dunque il suo continuo ed epilogo con la terza serie, capitolo di chiusura dell’opera di Trier.
Il regista danese, purtroppo, non era presente al Lido quest’anno. In molti si sono chiesti se la sua assenza avesse a che fare con la malattia contro la quale lotta da qualche anno, ovvero il morbo di Parkinson. Presente tramite diretta Zoom, l’artista ha risposta anche a questa domanda durante l’intervento veneziano. Non sembra intenzionato a smettere di lavorare nonostante le precarie condizioni di salute.
Festival di Venezia, l’intervento di Lars Von Trier sul Parkinson: “Sto bene”
Le affermazioni di Lars Von Trier sul suo stato di salute sono piuttosto rassicuranti. Il regista sostiene di stare bene e di soffrire solo di tremore dovuto alla sintomatologia della malattia. “Sto bene, direi, a parte questo tremore che è difficile da combattere. Ma mi sento meglio, un po’ più stupido di quanto fossi in passato, e questo dice molto” ha affermato.
Inoltre, sul perché la stagione sia arrivata dopo trent’anni di attesa, Trier racconta a Venezia: “Ho avuto periodi difficili nella mia vita, progetti non partiti perché non era facile. Per me è stato un piacere scrivere questa storia”. Cosa pensa Lars della produzione seriale odierna? Nulla di particolarmente positivo, a sua detta! “Non guardo tanto la tv, mi è difficile parlare di serie oggi. Quando abbiamo fatto il primo episodio fatto avevamo pochissimi soldi e tempo, stavolta invece ci ho lavorato per tre anni e mezzo: è totalmente diverso. Ma come posso confrontare li mie stesse serie? Ovvio, mi sento più vecchio” ha risposto il regista.