Viggo Mortensen si scaglia contro i franchise moderni: “Scritti male e molto prevedibili”
Dopo Il Signore degli Anelli, Viggo Mortensen ha sempre detto no ai franchise. L'attore, ai microfoni di Vanity Fair, ha spiegato i motivi.
Non è certo una sorpresa dire che al giorno d”oggi buona parte dell’industria cinematografica di Hollywood sia basata sui franchise. Basti pensare al Marvel Cinematic Universe che – tolti alcuni titoli, anche recenti – ha fatto registrare nell’ultimo decennio e mezzo incassi da capogiro per ogni film. Sebbene molte star di primo piano non siano riuscite a sottrarsi al fascino dei franchise, altre come Viggo Mortensen hanno deciso di optare sempre per altre tipologie di progetti. L’attore, in un’intervista rilasciata a Vanity Fair, ha spiegato motivi.
Viggo Mortensen e la sua opinione sui franchise moderni
Dopo aver interpretato Aragorn nella trilogia de Il Signore degli Anelli firmata da Peter Jackson, nella carriera di Viggo Mortensen fin qui non c’è stato nessun altro franchise. “In realtà non cerco o evito nessun genere o budget di qualsiasi dimensione. Cerco solo storie interessanti. Non mi importa quale sia il genere o il budget o chi lo stia realizzando. Non farei mai un film solo perché lo dirige un tale o tal altro. Deve riguardare la storia. E se penso di essere adatto al personaggio, questo viene sempre prima di tutto“, ha spiegato l’attore.
Allora perché non ha mai preso parte ad un franchise? Per Viggo Mortensen la questione ha a che fare con la scrittura. “Se qualcuno venisse da me con un film X, la terza parte o la nona, e io pensassi che si tratta di un grande personaggio e volessi interpretare quel personaggio e pensassi di poter contribuire, lo farei. Non sono contrario. Ma di solito non sono così buoni. Voglio dire, per me, di solito non sono scritti così bene. Sono piuttosto prevedibili. E poi, ovviamente, c’è sempre il problema di quando finisco i soldi“.