Wes Anderson e la sfida di adattare lo stile di Roald Dahl
Wes Anderson ha rivelato che sin dall'inizio del progetto, si è reso conto che l'elemento più importante sarebbe stato portare sullo schermo le parole scritte di Dahl
Il regista visionario Wes Anderson, rinomato per il suo stile distintivo e la sua narrazione geometrica e iconica, si è preparato a lungo per portare sul grande schermo un altro adattamento di un classico letterario. Questa volta, il suo obiettivo è stato tradurre l’opera del celebre autore Roald Dahl nel suo tipico stile cinematografico. In un’intervista esclusiva con The Hollywood Reporter, Anderson e il suo team creativo hanno condiviso dettagli intriganti sul processo di adattamento di Il meraviglioso caso di Henry Sugar.
Wes Anderson: “Mi sono reso conto che erano le parole di Roald Dahl a rendere le storie particolarmente interessanti”
Wes Anderson ha rivelato che sin dall’inizio del progetto, si è reso conto che l’elemento più importante sarebbe stato portare sullo schermo le parole scritte di Dahl. “Mi sono reso conto che erano le parole di Roald Dahl a rendere le storie particolarmente interessanti”, ha spiegato il regista. “Senza il suo linguaggio, non ero così interessato ad adattarle. Ma ho trovato un modo per realizzarle mantenendo il suo linguaggio al centro”.
Il film, intitolato Il meraviglioso caso di Henry Sugar, segue le vicende di un uomo facoltoso che scopre l’esistenza di un guru chiaroveggente capace di vedere senza usare gli occhi. Intrigato dalla possibilità di guadagnare un vantaggio nel gioco d’azzardo, il protagonista decide di padroneggiare questa abilità per conto suo.
Il cast stellare del film diretto da Wes Anderson include attori del calibro di Benedict Cumberbatch, Ralph Fiennes, Dev Patel e Ben Kingsley, tutti pronti a portare in vita i personaggi creati dalla mente geniale di Dahl. Il team creativo di Anderson, composto da collaboratori di lunga data come il direttore della fotografia Robert Yeoman e lo scenografo Adam Stockhausen, ha lavorato instancabilmente per trasporre la visione del regista sullo schermo.
Una delle scelte creative più audaci di Wes Anderson è stata quella di far rivolgere gli attori direttamente alla telecamera, rompendo la quarta parete e coinvolgendo il pubblico in modo unico. Sebbene inizialmente scettico, Yeoman ha ammesso di aver compreso l’intento del regista nel corso della produzione, sottolineando l’importanza di “sfidare mentalmente” il team creativo.
Il processo di creazione dei costumi è stato altrettanto meticoloso, con la costumista Kasia Walicka Maimone che ha bilanciato abilmente l’accuratezza storica con la visione fantasiosa di Anderson. La fusione di stili è stata descritta come una “versione olimpica di una partita di ping-pong” tra il regista e la costumista.