Per Zoë Kravitz è “controverso” ammirare il lavoro di Roman Polanski

Il suo debutto alla regia di Zoë Kravitz, inizialmente intitolato Pussy Island, ha subito un cambio di titolo

Zoë Kravitz ha recentemente affrontato un tema spinoso e attuale, quello della separazione tra l’arte e l’artista, durante un’intervista con Esquire. In un momento storico segnato dal movimento #MeToo e dalla cancel culture, Kravitz ha condiviso la sua posizione su un dibattito che continua a dividere l’opinione pubblica: è possibile apprezzare l’opera di un artista controverso senza necessariamente approvarne le azioni personali?

“Cosa dovremmo fare, liberarci dell’America?” ha affermato Zoë Kravitz 

Zoë Kravitz - cinematographe.it

L’attrice e regista ha citato in particolare Roman Polanski, un nome che da decenni suscita polemiche non solo per il suo talento cinematografico ma anche per le gravi accuse a suo carico. Polanski, che ha lasciato gli Stati Uniti nel 1978 dopo essersi dichiarato colpevole di aver stuprato una ragazza di 13 anni, continua a essere una figura divisiva. Nonostante le controversie, Zoë Kravitz ha espresso la sua ammirazione per due film diretti da Polanski, considerandoli tra i suoi preferiti: Rosemary’s Baby e The Tenant. Questa dichiarazione ha inevitabilmente sollevato delle critiche, ma Kravitz ha difeso la sua posizione, affermando che la vita personale di Polanski non influisce sul suo apprezzamento per le sue opere.

Kravitz ha ulteriormente esplorato l’idea che “qualcuno di cattivo possa essere coinvolto in qualcosa di buono”, sollevando una questione più ampia su come la società dovrebbe affrontare il passato problematico di figure che hanno contribuito in modo significativo al panorama culturale. Secondo Zoë Kravitz, eliminare completamente l’opera di un artista a causa delle sue azioni personali è una soluzione troppo semplicistica per una realtà così complessa. “Cosa dobbiamo fare, liberarci dell’America?” ha ironicamente commentato, suggerendo che non si possa semplicemente cancellare ciò che è stato creato.

Il dibattito sulla separazione tra arte e artista non è l’unico tema delicato che Kravitz ha affrontato di recente. Il suo debutto alla regia, inizialmente intitolato Pussy Island, ha subito un cambio di titolo dopo un feedback negativo da parte del pubblico di prova. Zoë Kravitz aveva espresso l’intenzione di “rivendicare” la parola “pussy”, ma ha scoperto che molte donne si sentivano offese dal titolo, il che le ha fatto riconsiderare la sua scelta. Kravitz ha riconosciuto l’importanza di ascoltare le reazioni del pubblico e ha deciso di accettare il cambio di titolo, nonostante la sua frustrazione per la presenza di titoli altrettanto provocatori come Dicks: The Musical.

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Fonte: indiewire