Robert Eggers: 5 cose che non sai sul regista di Nosferatu

Che uscirà nelle sale di tutto il mondo alla fine del 2024.

Robert Eggers è uno dei registi più innovativi e affascinanti della scena cinematografica contemporanea. Con film come The Witch (2015) e The Lighthouse (2019), Eggers ha dimostrato una maestria unica nel creare atmosfere inquietanti quando non davvero spaventose. Non è un caso che il suo prossimo progetto, un remake del classico del cinema espressionista tedesco Nosferatu, sia molto atteso. In attesa dell’uscita del film nelle sale vale comunque la pena conoscere meglio questo talentuoso regista.

1. Robert Eggers, prima di arrivare al cinema

Nosferatu; cinematographe.it

Prima di emergere come regista cinematografico, Robert Eggers ha lavorato molto nel teatro. Ha iniziato la sua carriera come scenografo e costumista teatrale, specializzandosi in produzioni di stampo storico e horror. Questa esperienza ha affinato la sua capacità di creare ambientazioni particolarmente evocative, un elemento che poi tornerà molto utile nei suoi film. Non c’è stato solo il teatro però. Dalla parte di Eggers, prima del folgorante esordio con The Witch, c’è anche stata una lunga gavetta fatta di cortometraggi che già presentavano in nuce gli elementi che avrebbero poi caratterizzato il suo cinema.

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2. Robert Eggers e quella ossessione per la storia

Che nel cinema di Eggers ci fosse attenzione per la storia è evidente. Del resto, abbiamo appena accennato al fatto che già la sua attività di scenografo e costumista teatrale si caratterizzava per la grande meticolosità storica. I due film che più degli altri affondano le loro radici nella storia sono certamente The Witch e The Northman e per entrambi Robert Eggers ha svolto un lavoro preliminare di ricerca affinché le pellicole risultassero il più accurate possibile. Per l’esordio alla regia ha addirittura consultato dei libri puritani risalenti al XVII secolo e ha lavorato fianco a fianco con degli storici. Non si può certo dire che abbia lasciato qualcosa al caso.

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3. Collaborazioni familiari

The Lighthouse - Cinematographe.it

Forse non molti hanno notato il nome di Max Eggers nei titoli di coda del film The Lighthouse. Chi l’avesse fatto e si fosse chiesto chi è questo tizio che ha lo stesso cognome del regista può ora trovare la sua risposta: Max Eggers altri non è che il fratello di Robert Eggers. Come nelle migliori tradizioni cinematografiche – pensiamo al binomio Christopher e Jonathan Nolan – anche gli Eggers sono una coppia di fratelli che collaborano attivamente alla scrittura dei film. Max ha infatti scritto insieme al fratello la sceneggiatura di The Lighthouse e, a quanto pare, ha messo le mani anche nel processo di scrittura di Nosferatu.

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4. Dal cinema alla letteratura, e viceversa

anya taylor-joy cinematographe.it

Le influenze letterarie nel cinema di Robert Eggers sono più che evidenti. Non sono solo lampanti, come per il remake di Nosferatu che è chiaramente tratto dal romanzo Dracula di Bram Stoker. Ci sono anche dei riferimenti, delle citazioni o, più in generale, delle atmosfere letterarie presenti nei suoi film e non riconducibili in maniera specifica a un’opera quanto piuttosto a un gusto per il gotico. In questo senso gli autori che più hanno influenzato il regista sono sicuramente stati Edgar Allan Poe (uno dei primi cortometraggi di Eggers è tratto da un racconto di Poe) e H.P. Lovecraft.

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5. Robert Eggers fotografo

The Lighthouse, cinematographe.it

No, Robert Eggers non è esattamente un fotografo. O, almeno, non lo è nel senso professionale del termine. Ma ogni regista che si rispetti, quando realizza un film, collabora strettamente con il direttore della fotografia ed è evidente come nei film del regista la fotografia abbia un ruolo davvero importante. Basti pensare ad esempio al lavoro fatto con Jaris Blaschke per The Lighthouse, lavoro non a caso candidato all’Oscar: l’uso del bianco e nero, della luce e la scelta delle inquadrature hanno contribuito sicuramente al successo del film. Non si tratta solo di estetica, ma di un modo per far entrare ancora di più gli spettatori nella storia che si sta raccontando. Vedremo se anche in Nosferatu ci sarà questo tipo di attenzione.

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