The Descent: recensione dell’horror di Neil Marshall
The Descent è un film horror del 2005, scritto e diretto dall’inglese Neil Marshall, già noto per il suo ottimo esordio Dog Soldiers e successivamente dietro la macchina da presa anche per un paio di episodi de Il trono di spade. Con un budget inferiore ai 5 milioni di dollari, la pellicola ne ha incassati quasi 60 in tutto il mondo, conquistando anche prestigiosi premi come il Saturn Award per il miglior film horror e il British Independent Film Award per il miglior regista. Nel 2009 è uscito un sequel intitolato The Descent: Part 2 (ancora inedito in Italia), che però non ha riscosso un successo paragonabile a quello del predecessore.
La giovane madre Sarah (Shauna Macdonald) subisce un terribile lutto, perdendo in un incidente stradale sia il marito che la figlia. Un anno dopo questo tragico evento, si ritrova con le amiche Juno (Natalie Mendoza) e Beth (Alex Reid) e con altre tre donne per cercare di superare il lutto perseguendo una delle sue più grandi passioni, ovvero quella per gli sport estremi. Le sei donne si avventurano così in una spedizione speleologica all’interno di un minaccioso e poco esplorato complesso di grotte. Rimaste intrappolate tra i cunicoli, le protagoniste dovranno fronteggiare le terrificanti creature che popolano le grotte e i fantasmi del loro passato, riconnettendosi con il loro lato più selvaggio e spietato.
The Descent: un tranquillo weekend di paura fra le grotte
Pur partendo da uno spunto non particolarmente originale come una sfortunata e brutale avventura nel sottosuolo, The Descent si dimostra una perla di rara bellezza nel panorama horror, capace di mantenere sempre altissima la tensione e coinvolgere anche gli spettatori più navigati fino agli ultimi splendidi minuti della pellicola. Dopo un incipit abbastanza piatto e scontato, ma necessario nell’economia del film, ha inizio una sorta di Un tranquillo weekend di paura fra le grotte, che porta sei giovani donne qualunque e apparentemente inoffensive a trasformarsi per necessità in feroci e animalesche guerriere, capaci di ogni sorta di violenza per sopravvivere.
Con il passare dei minuti, le protagoniste di The Descent perdono progressivamente la loro innocenza, distinguendosi dai personaggi di gran parte della produzione horror contemporanea per la capacità di abbandonare completamente la civiltà e per il loro lasciarsi andare agli istinti più primordiali, diventando così non meno minacciose dei mostri che popolano le spaventose grotte in cui rimangono intrappolate. Per sfuggire alla morte, Sarah, Juno, Beth, Rebecca, Holly e Sam si stringono in angusti cunicoli, si immergono letteralmente nei più disparati liquidi organici e affrontano a viso aperto spaventose creature, ma arrivano anche a ingannare e a mettersi contro alle loro stesse compagne di (dis)avventure. La loro diventa così una vera e propria discesa agli inferi non solo fisica, ma anche e soprattutto psicologica, che le porta ad affrontare piccoli e grandi segreti e rancori mai sopiti, che giocheranno un ruolo di rilievo nella seconda parte della pellicola.
The Descent: un horror claustrofobico e asfissiante che ci ricongiunge con i nostri istinti primordiali
La sensazione di inquietudine e di imminente tragedia che si respira nella prima parte del film lascia presto spazio a un’atmosfera resa claustrofobica e opprimente dalle pregevoli scelte registiche di Neil Marshall, che porta lo spettatore a percepire tutto il disagio fisico e psicologico delle protagoniste, senza lesinare dal punto di vista del gore e dello splatter. Attraverso ben congegnati giochi di luci e ombre e indovinati escamotage narrativi (la telecamera a infrarossi di una delle ragazze) il regista britannico rivela con i giusti tempi e modi i mostri che le protagoniste devono affrontare, imbastendo almeno 3-4 scene realmente terrorizzanti. Nonostante ciò, il focus rimane sempre sulle protagoniste e sulla loro psicologia, che le conduce a un sadico gioco al massacro e a una parte finale mai neanche lontanamente buonista o consolatorio.
Oltre all’ottima scenografia, ricostruita quasi interamente nei Pinewood Studios di Londra, sono da lodare anche le interpreti (soprattutto Shauna Macdonald) e la notevole fotografia di Sam McCurdy, che rende efficacemente l’asfissiante atmosfera in cui si muovono le protagoniste di The Descent. Alcuni difetti in fase di sceneggiatura, presenti soprattutto nella prima parte del film dal punto di vista dei dialoghi, vengono così ampiamente compensati da una messa in scena sempre coinvolgente, in grado di scuotere e tenere col fiato sospeso anche gli spettatori più navigati nel campo del cinema dell’orrore.
The Descent è già un piccolo classico dell’horror moderno, che in un clima di crescente tensione e di angosciante suspense ci ricongiunge con le nostre pulsioni più arcaiche, mettendo in scena una storia fatta di sangue e violenza, ma anche di cinismo e sadica vendetta, rivelandosi una visione obbligatoria non solo per gli appassionati del genere, ma per tutti i cinefili in cerca di emozioni forti e vere.