A.P. Bio: recensione pilot della nuova serie comedy di Mike O’ Brien

Arriva su Premium Joi la nuova divertente comedy creata da Mike O'Brien. Ecco la nostra recensione!

A.P. Bio è una serie comedy ideata e scritta da Michael Patrick O’ Brien (Mike per gli amici), già scrittore per il Saturday Night Live, trasmessa dalla NBC e rinnovata di recente per una seconda stagione. La serie parla di Jack Griffin (Glenn Howerton), un luminare della filosofia ed ex professore di Harvard, costretto a prendersi un anno sabbatico dopo aver perso il lavoro dei suoi sogni a vantaggio del collega Miles Leonard, divenuto quindi il suo arcinemico. Per trascorrere questi dodici mesi Jack opta per una cattedra del corso avanzato di biologia al Whitlock High School, nella sua città natale Toledo, in Ohio. Le sue intenzioni prevedono però tutto fuorché insegnare biologia, per la gioia del preside del liceo, il signor Durbin (Patton Oswalt).

A.P. Bio: dimenticate gli insegnanti svitati dal cuore d’oro

La prima cosa che Jack ci tiene a dire ai suoi studenti dopo aver distrutto l’insegna della scuola e minacciato un uomo, brandendo il crick della sua macchina, è che questa che sta per cominciare non è la solita vicenda in cui l’insegnante scorbutico finisce con l’affezionarsi ai suoi studenti e ad imparare più da loro che da se stesso. Lui non vuole essere lì, non gli frega assolutamente nulla né di loro né di tenere il corso di biologia per cui è stato assunto. L’unica cosa che gli preme è vendicarsi nella maniera più spietata possibile della sua nemesi Miles Leonard. Il preside Durbin prova a mettere in riga Jack prima a proposito del suo modo di vestire sul lavoro, poi per il fatto che ha una cattiva influenza sugli studenti e per il suo modo indisciplinato di approcciarsi al corso (ritardi sul lavoro, ecc..), ma allo stesso tempo prova ad essergli amico. Il risultato è che Jack si approfitti solamente del buon cuore di Durbin per fare quello che vuole. L’unica cosa che i suoi studenti scoprono sull’ex insegnante di Harvard è che è stato licenziato a causa di una rissa con un vecchio signore importante dell’università nella quale, tra l’altro, ha avuto la peggio. Nonostante il fatto che Jack sfrutti i suoi studenti per elaborare il suo piano di vendetta, si copra con la sua nomina di celebrità di Harvard per fare i suoi porci comodi sul lavoro e via dicendo; rimane una figura disperata, depressa e la sua vita privata non smette di ricordarglielo. L’appuntamento con una sua ex va male e la frustrazione questo l’esito lo porta a farsi arrestare e malmenare. Eppure il nostro eroe non è solo infantile e autodistruttivo, ma ha un’intelligenza superiore e un’empatia sopra la media; motivo per il quale, dopo più di 19 minuti in cui si ritrae una situazione nera e senza speranze, nei secondi finali si intravede una luce, un lato sensibile del personaggio, apertura ad una narrazione che può continuare.

A.P. Bio: perché vale la pena vedere un concept abusato?

Quante volte abbiamo assistito alla storia di un’insegnante fuori dal comune? Dallo scorbutico, al geniale, dal menefreghista fino all’amico degli studenti, da L’attimo Fuggente fino a School of Rock. Tantissime volte, naturalmente. Converrete con me che è quindi certamente curiosa la scelta di produrre uno sceneggiato semplicemente già visto in qualsiasi formato. Allora cosa c’è di diverso? A.P. Bio è una serie comedy divertente,brillante e a tratti demenziale, ma che nasconde un substrato nero, drammatico e, effettivamente, originale nel filone. Jack è un infantile, egocentrico, cinico e depresso genialoide che pensa solamente a fare sesso e a non lavorare, ma c’è veramente una ricerca in lui di uno scopo in una vita che apparentemente non ne ha e questo è uno sbocco quantomeno originale per una serie comedy. In più il rapporto con i studenti è complesso e variegato, pieno di alti e bassi: si va dalla rivalità infantile al ruolo genitoriale; c’è chi si oppone alla sua figura perché vuole un insegnante vero, a chi lo prende come un punto di riferimento per la sua libertà nel fare le cose e la sua determinazione. Il filone puramente comico alla Saturday Night Live è concentrato nella figura del preside dal cuore d’oro, interpretato non a caso da Patton Oswalt (comico veterano e molto famoso in America, ma per noi doppiatore della serie BoJack Horseman). Da vedere sia in leggerezza sia da seguire con attenzione; una serie non noiosa e che nasconde al suo interno molti sbocchi per diventare più ricca e interessante. Certo, se non vi piace il concept, evitate; ma in caso contrario prendete posto e “Begin shutting your mouth!“.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2
Recitazione - 3
Sonoro - 2
Emozione - 3

2.4