A Real Bug’s Life – Megaminimondo: recensione della miniserie Disney+
A Real Bug's Life è il live action esilarante e umanizzato della celebre opera animata Pixar: una genialità che divertirà, ma a tratti istruirà, lo spettatore!
A Real Bug’s Life – Megaminimondo è la miniserie Disney+ disponibile in streaming a partire dal 24 gennaio 2024. I suoi 5 episodi, della durata di circa 30 minuti ciascuno, sono ognuno un piccolo gioiello brillante, un sincretismo energico e fantasioso tra documentario didascalico con scopo pedagogico e pura narrazione. Docufiction che propone la struttura antologica comune a molte serie TV di finzione: ogni puntata ha il suo protagonista, il suo antefatto, la situazione iniziale, l’esordio, le peripezie, il climax , lo scioglimento e l’epilogo. Insieme al personaggio principale e alla trama preponderante, vediamo anche la struttura in sottotrame e personaggi secondari, tutto gestito con il massimo dell’intelligenza costruttiva.
Ma i protagonisti delle vicende mostrate in A Real Bug’s Life non sono personaggi qualsiasi: sono piccolissimi insetti, di ogni tipo, dalle mantidi ai bombi, provenienti da ogni habitat e parte del mondo, La loro vita viene raccontata da una voce narrante d’eccezione, esilarante: quella tagliente della comica Awkwafina. National Geographic ha appena creato un nuovo format, geniale e accattivante, seppur fortemente limitato.
A Real Bug’s Life, il live action della pellicola animata creata da John Lasseter e Andrew Stanton è divertentissima e sorprendente
A Real Bug’s Life – Megaminimondo non è una vera trasposizione in live action del celebre film animato creato e realizzato dalla Pixar nei suoi anni d’oro, a cavallo tra la fine dei ’90 e i primi 2000, sotto la guida di due menti geniali seppur controverse come John Lasseter e Andrew Stanton. Non è una vera trasposizione, ma potrebbe serenamente esserlo: l’approccio attentissimo, tecnico, alla grammatica narrativa e visuale di ogni episodio riesce ad antropomorfizzare i piccoli protagonisti delle singole storie, intrattenendo lo spettatore con plot twist e risate a profusione.
I protagonisti, piccoli e spesso visti con superiorità da noi umani, vivono i loro grandi drammi quotidiani: si trasferiscono “nel quartiere sbagliato” come la mantide religiosa dell’episodio 3, Braving the Backyard; si trovano a dover far valere la loro personalità nel vasto ambiente della savana come il determinato scarabeo stercorario dell’episodio 4, Land of Giants; oppure si trovano a dover creare la propria stirpe dopo un lungo letargo al sorgere della primavere come il bombo regina dell’episodio 5, Busy Farm, The. Ogni storia è umanizzata, raccontata con esuberante ironia – ma anche con la dovuta enfasi – dalla sempre sagace Akwafina. Lo scopo del prodotto è chiaro: avvicinare il pubblico alla vita della popolazione microscopica del mondo, una vita che troppo spesso viene sottostimata o ignorata, vista con l’errata concezione di un’esistenza secondaria e di scarso valore.
La tecnica utilizzata, che unisce sequenze puramente documentaristiche a abili, ma nascosti, punti di vista ricreati in CGI, ha un solo scopo: creare empatia per le piccole creature, farle apparire “esattamente come noi” nelle loro sfide quotidiane, nelle gioie e nei successi. Un’operazione riuscita, fantasiosa e in pieno stile Disney, con un solo limite: lasciare indietro il fine didattico, pedagogico e documentaristico che potrebbe offrire informazione oltre che semplice intrattenimento e identificazione.
Rivedersi nei drammi, piccoli e grandi, di tanti simpatici insettini è divertente, certo, ma imparare la loro grandezza di creature a sé, estranee all’uomo e proprio per questo degne di attenzione e rispetto, è un valore aggiunto. Un valore che A Real Bug’s Life mette in secondo piano per restare fedele al suo patto di fruibilità con il grande pubblico.
A Real Bug’s Life – Megaminimondo: valutazione e conclusione
A Real Bug’s Life è una commistione di generi che funziona e intrattiene, offre al pubblico una preziosa lente di ingrandimento su un mondo che troppo spesso viene guardato con sufficienza dal grande uomo potente. La problematica, se tale si può definire, è proprio il limite posto da una visione umanizzata e antropomorfizzata della vita di esseri estranei alle dinamiche umane. Ma la sensibilizzazione e il processo di empatia compiono la loro strada e arrivano al loro obiettivo: emozionare, divertire, mettere il focus su un universo sconosciuto, complesso, ricco di vita e dinamiche importanti, brulicanti, meravigliose.