A Thousand Blows: recensione della serie TV Disney+ creata da Steven Knight

A Thousand Blows: la recensione della serie tv creata da Steven Knight, disponibile su Disney+.

Steven Knight l’ha fatto di nuovo: con A Thousand Blows, serie tv di Disney+ disponibile dal 21 febbraio, ha lasciato il segno. Con Peaky Blinders, lo sceneggiatore britannico partiva da una storia vera per raccontare la complicata e tumultuosa ascesa degli Shelby, immaginaria famiglia che dominava la criminalità organizzata nella Birmingham del Primo Dopoguerra. Con A Thousand Blows replica la formula: ambientazione dei bassifondi, personaggi ruvidi e sporchi, violenza e quant’altro per esplorare stavolta la gang dei Quaranta Elefanti e il mondo illegale del pugilato a mani nude nella Londra del 1880. Hezekiah Moscow (Malachi Kirby) è appena immigrato in città con l’amico Alec Munroe (Francis Lovehall) per inseguire il suo sogno di diventare domatore di leoni. In cerca di fortuna e di un alloggio in cui stare, le strade dei due si scontrano con quelle di Mary Carr (Erin Doherty), forte e indomabile leader di un’organizzazione criminale al femminile specializzata in furti, e con quella di Henry Sugar (Stephen Graham), padrone incontrastato della boxe illegale dell’East End.

A Thousand Blows altro non è che un Peaky Blinders al femminile

A Thousand Blows; cinematographe.it

Ancora una volta, Stephen Knight racconta un mondo criminale e, a modo suo, esplora le relazioni complicate all’interno di questa famiglia. I Peaky Blinders erano uniti, un gruppo indissolubile di uomini dove c’era poco spazio per le donne, ma i Quaranta Elefanti sono decisamente l’opposto. Mary Carr è una giovane donna che non si fa comandare da nessuno, e perfino in camera da letto è lei a dettare le regole. Forte, indipendente e di sani principi, è un personaggio ambivalente fin dall’inizio. Quando Hezekiah e Alex la incontrano, trovano difficoltà ad affidarsi a lei. Eppure in qualche modo devono sopravvivere in questa Londra ingannevole, in cui ognuno ha qualcosa da nascondere e poco da perdere. In sei episodi concitati, A Thousand Blows porta in scena uno spaccato di storia dedicato ai dimenticati, coloro che vivevano nei bassifondi e cercavano in tutti i modi di districarsi in un microcosmo fatto di menzogne, criminalità, alleanze e tanta violenza.

Le storie legate ai personaggi maschili sembrano però fare da contorno a quella maggiore dedicata al gruppo criminale dei Quaranta Elefanti, realmente esistito nella Londra malfamata di quel periodo. Mary Carr è una protagonista a trecentosessanta gradi, e Knight l’ha modellata come una antieroina moderna: riluttante ad aiutare, un po’ egoista, ma anche lei scopre di avere sentimenti ed emozioni sotto quella scorza da dura. I Quaranta Elefanti, come erano anche i Peaky Blinders, sono una famiglia dove però i legami di sangue non esistono: si supportano tra loro, ma gli anelli deboli possono anche essere lasciati indietro.

A Thousand Blows: valutazione e conclusione

Steven Knight ancora una volta ha fatto centro con A Thousand Blows, una serie tv che mescola la finzione con il dramma storico. Come sempre accade nelle sue opere, c’è una peculiare cura per i dettagli: la fotografia dipinge alla perfezione il contesto londinese di quell’epoca, con un’attenzione minima anche all’uso del linguaggio e dei costumi. I personaggi di Knight sono ben caratterizzati, così come le loro storie; dopo un primo episodio introduttivo, A Thousand Blows unisce le strade dei suoi protagonisti e li fa convergere tra loro, spiegando le ragioni del loro stato d’essere. Anche personaggi come l’irascibile Henry Sugar nascondono una motivazioni dietro e un passato che viene via via sviscerato nel corso della narrazione. A Thousand Blows è un gioiellino seriale, che piacerà a chi ha già apprezzato Peaky Blinders e Taboo, anche se meno complesso a livello narrativo.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 4.5

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