Abbott Elementary: recensione della sitcom scolastica di Disney+

Abbott Elementary, la serie scolastica di Disney+, sorprende per la sua scrittura posata e allo stesso tempo brillante

Abbott Elementary è una sitcom distribuita da Disney+, dove è possibile vederne la prima stagione già dal primo di giugno. Ideata da Quinta Brunson (Big Mouth), che interpreta anche la protagonista, la serie si propone di osservare dal punto di vista degli insegnanti la vita quotidiana di una scuola elementare di Filadelfia. Non si tratta di plesso scolastico qualunque: la Abbott è una scuola pubblica di periferia, frequentata quasi esclusivamente da bambini afroamericani.

Proprio per via della sua natura periferica, l’istituto è preso in scarsa considerazione dalle istituzioni e subisce per mancanza di fondi e investimenti. Il corpo docente, oltre che con le questioni create dai numerosi studenti, deve fare i conti con numerose altre problematiche. Nella stagione 1, in particolare, abbiamo modo di vedere le vicissitudini di un singolo anno scolastico.

Divertente ma non ridicolo

Recensione Abbott Elementary 01 - Cinematographe.it

Come è lecito aspettarsi da una sitcom, uno dei principali punti di forza della prima stagione di Abbott Elementary è la sua scrittura. Di essa si è occupata la stessa Brunson insieme ad alcuni collaboratori ed è caratterizzata dalla scelta di rendere comiche le questioni trattate, che vanno dalla mancanza di fondi alle vicende private dei protagonisti, senza mai arrivare a ridicolizzarle.

Le vicende che animano la vita della scuola elementare sono costruite quasi sempre a partire da situazioni realistiche. Inoltre, nonostante lo sviluppo preveda necessariamente delle svolte irrealistiche, anche la loro conclusione è il più delle volte centrata e plausibile. Similmente, anche i personaggi risultano tutti credibili anche se, come da tradizione di questo genere di serialità, sono allo stesso tempo definiti da tratti immediatamente riconoscibili.

L’approccio posato dello show consente all’ironia di fuoriuscire dalle situazioni consuete, di cui sono messi in mostra i sempre presenti aspetti assurdi che, proprio per via della loro quotidianità, siamo spesso incapaci di vedere. Proprio in questa capacità di scherzare sulle questioni senza svilirle risiede una delle principali forze del serial.

Uno sguardo ordinario

Recensione Abbott Elementary 03 - Cinematographe.it

Lo show risulta meno interessante se lo si osserva da un punto di vista estetico. Per quanto riguarda la messa in scena, Abbott Elementary si limita a riproporre la formula che ha caratterizzato la sitcom americana a partire dagli anni Novanta. Questo approccio derivativo rende la serie piuttosto simile a diversi prodotti che l’hanno preceduta e, di conseguenza, inficia la costruzione di una identità artistica propria.

Un tentativo di sperimentazione deriva dall’elemento mockumentary. La presenza delle telecamere è infatti nota ai personaggi che, come ci viene raccontato nel primo episodio, sono i protagonisti di un documentario. Si tratta senza dubbio di una trovata carina, che consente agli autori di costruire degli sketch basati sulla rottura della quarta parete; allo stesso tempo, però, male si sposa con lo stile dello show: visto l’approccio realistico, risulta poco credibile che i personaggi dicano e facciano determinate cose davanti ad una cinepresa.

L’anima e il cuore della Abbott Elementary

Recensione Abbott Elementary 05 - Cinematographe.it

Infine, l’elemento che più di ogni altro determina la riuscita di questa serie è il cast. I personaggi, sempre in bilico tra lo stilizzato e il realistico, trovano respiro nell’ottimo lavoro degli attori. Dando prova di avere compreso a pieno l’identità del prodotto, questi recitano le battute sempre come normali parti di un dialogo, evitando attentamente l’effetto barzelletta e contribuendo in modo fondamentale alla creazione dell’equilibrio tra il comico e il realistico. Inoltre, grazie alla già citata ottima scrittura, ognuno di essi è dotato di una voce propria e di un modo di esprimersi riconoscibile.

Degno di nota è il lavoro dei “veterani” Lisa Ann Walter (Una settimana da Dio, GLOW), Sheryl Lee Ralph (Sister Act 2 – Più svitata che mai) e William Stanford Davis (Snowpiercer, Ray Donovan), che interpretano due delle insegnati storiche dell’istituto e il bidello. Tra i più giovani, tutti comunque in parte, si fa preferire Tyler James Williams (Detroit, Dear White People) che, nonostante sia chiamato a vestire i panni del personaggio più riservato e freddo, è capace di divertire e coinvolgere.

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