Absentia: recensione della serie Amazon

Absentia è una serie noiosa e inconcludente. Su Amazon, in questo momento, ci sono cose molto più interessanti da guardare. Ecco la nostra recensione completa

Absentia è in generale un gran casino. È difficile immaginare cosa abbia spinto Amazon a prendere la decisione di dare il via alla serie. Questo non perché sia particolarmente penosa, ma perché riesce a essere – dall’inizio alla fine – un prodotto prevedibile e alquanto noioso guidato a prodotto da Stana Katic (Castle) che funge da specchietto per le allodole (nemmeno troppo efficace, poi).

Quale dovrebbe essere l’appeal di Absentia? La serie racconta la storia di una donna che viene rapita, torturata e presunta morta, solo per materializzarsi sei anni dopo e diventando la sospetta numero uno in una serie di omicidi (oltre che essere mortalmente gelosa che il suo ex marito si sia risposato). Per tutto il tempo fissiamo lo schermo, inermi davanti allo shock post-traumatico di Emily, alla disperazione del marito, alla confusione del figlio, alla rabbia furibonda della nuova moglie, ai piani diabolici di quell’assassino che, in nessun modo, avrebbe potuto commettere quegli omicidi essendo rinchiuso in carcere da anni. Nel cast troviamo anche Cara Theobold, Angel Bonanni, Bruno Bichir, Neil Jackson, Ralph Ineson, Patrick McAuley e Patrick Heusinger.

Absentia Cinematographe

Absentia è un altro crime drama come troppi ne abbiamo visti. Ideata da Gaia Violo e Matt Cirulnick è di produzione israeliana, per un canale americano, diretto da Oded Ruskin in Bulgaria. E se cercavate una serie che cercasse di trasformare la Bulgaria in Boston (scelta quanto mai inspiegabile), l’avete trovata. Sì, perché il tutto è ambientato proprio nella città del Massachusetts. Se vi state chiedendo perché non l’abbiamo girata direttamente a Boston, non siete i soli.

Absentia non convince, sebbene ce la metta davvero tutta. Forse.

I risultato finale di Absentia è uno show TV confuso e disordinato che è una sorta di promemoria del fatto che la buona scrittura è un mezzo essenziale per la produzione di buona televisione. Non ci stancheremo mai di dirlo: a rendere grandi certe produzioni è la sceneggiatura e non basta buttarci dentro l’azione folle e adrenalinica, non basta il mistero, non basta una superficiale patina dark e una fotografia fascinosa.

Absentia finisce con l’essere quel tipo di serie dove nessuno fa quello che farebbe nella vita reale. I sentimenti sono vissuti con la finzione della fiction di provincia e il dramma diventa sinonimo di pessime decisioni: dei protagonisti, del cast, degli sceneggiatori. Il dramma è veicolato dai lunghissimi silenzi e dalle occhiatacce infastidite, o angosciate, o basite.

Absentia CInematographe

Il cast, piuttosto internazionale, cerca di applicarsi per riempire quei ruoli costruiti con l’accetta che tanto piacciono ai crime drama di una volta che, purtroppo per Amazon, non vanno più di moda da parecchio tempo. A tappare i buchi ci sono dialoghi insensati e motivazioni, fondamentalmente, prese per buone. In Absentia non c’è passione (anche se tentano di annegarci in una vasca piena d’acqua).

Considerando che attualmente Amazon Prime ha nel catalogo prodotti come Transparent, Parks and Recreation, The Tick e Sneaky Pete, per dirne alcuni, non siamo sicuri che valga la pena perdere circa 10 ore del vostro tempo a seguire le avventure della rediviva Emily. A meno che non cerchiate qualcosa da guardare alla sera per prendere sonno, in quel caso Absentia fa proprio al caso vostro. Buona fortuna.

Regia - 1.5
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 3
Recitazione - 1.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 1

1.8