AJ and the Queen: recensione della serie TV Netflix creata da RuPaul

La nostra recensione di AJ and the Queen, serie comedy ideata e interpretata da RuPaul. Una favola agroamara sulla vita, l’amicizia e la perdita.

Glitter e paillettes potrebbero trarre in inganno, ma AJ and the Queen non è la storia scoppiettante e sdolcinata che appare a prima vista. Dietro a una patina certamente vivace, alimentata da un protagonista frizzante e sopra le righe – il noto RuPaul, reduce da successi come RuPaul’s Drag Race – questa nuova serie Netflix, disponibile dal 10 gennaio 2020, sa come trattare temi maturi, abbandonando i paternalismi e raccontando con tono divertente storie diverse di individui a cui la vita sembra aver voltato le spalle.

AJ and the Queen: tra cambi d’abito e spettacoli, un viaggio che punta dritto al cuore

Non è certo la prima volta che il mondo del cinema, dei libri e delle serie tv sfrutta la metafora del viaggio come impresa alla ricerca di se stessi. Aj and the Queen non sfugge a questo topos tanto antico quanto gradevolmente attuale. L’intera serie, grazie a una trama semplice e adatta a tutti, si presta perfettamente a una sorta di rilettura simbolica del tema, con esiti prevedibili, ma perfettamente in linea con l’intento del prodotto.

AJ and the Queen Cinematographe.it

RuPaul e Izzy G. in AJ and the Queen

Robert (RuPaul Charles) è una drag queen che ha lavorato tutta la vita per mettere da parte i risparmi. Ora che può finalmente aprire il proprio locale drag con l’aiuto del fidanzato e socio Herbert (Josh Segarra), rimane terribilmente scottato dal tradimento di lui, che si rivela essere un truffatore. Senza un soldo e privo di fiducia, Robert decide di sfruttare il suo vecchio camper per recuperare il denaro in un tour di spettacoli in giro per gli Stati Uniti. Quello che non immagina è che a fargli compagnia sarà la piccola AJ (Izzy G.), cinica bambina intenzionata a estorcergli un passaggio in Texas, per sfuggire a una situazione familiare drammatica.

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RuPaul e Izzy G. in AJ and the Queen

Lo sviluppo dei personaggi e la lenta crescita dei protagonisti ci permettono non solo di apprezzare la diversità delle figure in gioco e di affezionarci a loro nel corso dei dieci episodi della prima stagione, ma anche di apprezzare una certa complessità psicologica, soprattutto del rapporto tra Robert e AJ. La serie si prende tutto il tempo necessario – forse anche troppo – per passare dalla determinata diffidenza della bambina nei confronti di Robert a un divertente sodalizio che porterà inevitabilmente alla nascita di un rapporto ancora più profondo. Tutto questo senza mai tradire il vero carattere di entrambi i protagonisti.
Robert, deluso dall’amore, non perde quasi mai il proprio ottimismo, rafforzato dall’ammirazione per le parole di Oprah. AJ invece ha l’occasione di smussare i lati più taglienti del proprio carattere grazie all’affetto di Robert, senza tuttavia rinunciare al proprio carattere pungente. Accanto a loro dei buoni personaggi d’appoggio, come il migliore amico Louis (l’attore e doppiatore Michael-Leon Wooley), sorprendente elemento comico della serie, e i super-cattivi Damian (vero nome di Hector) e Lady Danger (Tia Carrere).

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Tia Carrere e Josh Segarra in AJ and the Queen

A rallentare il ritmo frenetico di questa storia di fughe e drag queen sono tuttavia i tempi narrativi non sempre gestiti al meglio. L’avventura di Robert e AJ presenta una gradevole varietà, grazie ai molti spostamenti dei personaggi, delle imprese che sono chiamati a compiere e delle figure di sostegno che incontrano sul loro cammino. Dieci episodi da quasi un’ora ciascuno risultano però un po’ troppo lunghi per il genere e per la reale entità degli eventi raccontati e la dilatazione della storia crea qualche istante vuoto. Si tratta però di un difetto di piccola entità, che il brio della serie riesce facilmente ad arginare.

Una favola agroamara sulla vita, l’amicizia e la perdita

È nello stile, più che nel reale contenuto, che va ricercata la principale fonte di originalità della serie. AJ and the Queen si sviluppa su una trama piuttosto semplice, ma fa uso di stratagemmi e personaggi che danno un tocco di freschezza a un prodotto che si presta bene a una visione spensierata, nonostante la serietà di alcune tematiche, come la tossicodipendenza, l’omofobia e la disabilità.

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RuPaul in AJ and the Queen

Sembra quasi di essere di fronte a una fiaba moderna, bizzarra e sui generis, con il suo conflitto iniziale, il viaggio dell’eroe e la risoluzione finale. Una fiaba con il suo coraggioso protagonista – che in questo caso è anche un’eccentrica drag queen che risponde al nome d’arte di Ruby Red -, una principessa che – senza saperlo e senza volerlo – deve essere salvata, un aiutante non vedente e appassionato di glitter e degli antagonisti dai tratti un po’ stereotipati (uno di loro si fa chiamare Lady Danger e sfoggia una benda sull’occhio).
Tutto questo viene portato avanti con coraggio e sensibilità, con rispetto dell’unicità di ogni personaggio, con comprensione dei suoi errori e dei suoi desideri e con la giusta apertura mentale.
Pur senza spiccare per originalità e qualità tecnica, AJ and the Queen è una serie comedy divertente e colorata, che non rifiuta la riflessione profonda e i risvolti drammatici.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 2.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3

Tags: Netflix