American Crime Story: Impeachment – recensione della serie con Sarah Paulson
La storica gemella di American Horror Story questa volta affronta lo scandalo Sexgate, scoppiato alla Casa Bianca, con una formula a metà tra finzione e documentario.
American Crime Story nasce nel 2016 come costola crime di American Horror Story, di stampo orrorifico: entrambe le serie, in onda su FX, condividono la stessa formula antologica, che stabilisce una differente storia per ogni stagione presentata. Se nelle prime due, lo show aveva portato sul piccolo schermo il Caso O.J. Simpson e L’assassinio di Gianni Versace, questa volta l’attenzione è tutta dedicata al Sexgate, scandalo sessuale esploso alla Casa Bianca durante la presidenza di Bill Clinton che coinvolge in particolare Linda Tripp, Monica Lewinsky e Paula Jones.
Il primo episodio di American Crime Story: Impeachment, che andrà in onda in Italia su Sky, sul canale Fox, alle ore 21 del 19 ottobre insieme al secondo, introduce la vicenda, mostrandoci, in modo parallelo, la storia dei tre personaggi coinvolti nello scandalo. Oltre a ciò, un altra componente contenutistica è riservata ovviamente al contesto storico, necessario per comprendere gli sviluppi degli eventi. Di seguito, le altre puntate vengono distribuite settimanalmente ogni martedì, allo stesso orario del pilot.
American Crime Story: Impeachment – un’attenta analisi storiografica
In pieno stile American Crime Story, la narrazione (gestita da Sarah Burgess e Daniel Pearle) unisce fatti reali a componenti di fiction, andando a costruire una storia un pochino romanzata, ma che racconta con forza e maggiore dinamicità gli eventi, in questo caso una fitta rete di incastri politici che ha coperto gli atti illeciti del Presidente e che ha portato, in modo subdolo, al licenziamento, al trasferimento e alla promozione delle donne sopracitate, per ottenere il loro silenzio.
Impariamo subito a conoscere la segretaria dell’ufficio della Casa Bianca Linda Tripp (interpretata da Sarah Paulson), la stagista Monica Lewinsky (Beanie Feldstein) e la giornalista Paula Jones (Annaleigh Ashford), che nonostante siano apparentemente slegate tra loro, muovono insieme le fila della trama. La scelta narrativa principale decide di dare, almeno in questo primo episodio, maggiore spazio a Linda Tripp, minore spazio a Monica Lewinsky e pochissimo tempo su schermo alla Jones, ma considerando che siamo all’inizio, è piuttosto normale far pendere la bilancia maggiormente su colei che dato avvio al processo contro Clinton, la Tripp.
Ciò che emerge in maniera evidente, è che questo episodio pilota di American Crime Story: Impeachment sia ben curato a livello estetico e narrativo, capace da un lato di costruire un background fedele alla storia (dai personaggi, fino alle trasmissioni televisive e ancora le scenografie) ed anche seminare, con la narrazione, diversi elementi che sicuramente verranno ripresi in seguito durante lo svolgimento della serie. Un antipasto, quindi, in vista dell’esplodere vero e proprio dello scandalo, che deve effettivamente ancora partire.
Un pilot un po’ troppo carico, quello di American Crime Story: Impeachment
Di contro, questa terza stagione di American Horror Story, se dal punto di vista registico mantiene una linea piuttosto standard senza tirar fuori chissà quale soluzione innovativa, passando al lato contenutistico carica eccessivamente lo spettatore di temi ed elementi che forse era meglio distribuire in maniera più bilanciata. Siamo d’accordo sul fatto che il pilot dovesse per forza di cose presentare la vicenda, ma il tutto è troppo denso, specialmente a livello narrativo.
Un altro elemento che contribuisce a questa pesantezza è il timing: 60 minuti sono infatti troppo eccessivi per introdurre il Sexgate e una soluzione più diretta ed immediata avrebbe giovato agli spettatori che forse avrebbero letto e vissuto la storia con un approccio totalmente differente. D’altronde abbiamo ancora tutta la stagione davanti e quindi era potenzialmente possibile sacrificare parte del pilot in favore di una narrazione più armonica.
In generale, però, nonostante questa scelta, la prima puntata è comunque di facile lettura, dimostrando comunque uno studio accurato su come giostrare perlomeno le informazioni significative. Sul cast ben poco da dire: da Sarah Paulson a Beanie Feldstein, da Colin Hanks a Margo Martindale, sono stati scelti tutti attori di punta che regalano al pubblico eccellenti interpretazioni sia per quanto riguarda i personaggi principali che quelli secondari.
American Horror Story: Impeachment inizia in maniera altisonante ed eccessivamente piena di contenuto anche di fronte ad un’intera stagione pronta ad accogliere tutte le linee narrative necessarie. La cura per il dettaglio è evidente, così come la perizia storiografica e gli attori scelti. La regia, targata Ryan Murphy, invece, non si trova mai nella condizione di andare oltre gli standard qualitativi imposti dal genere di riferimento e comunque dimostra un’analisi ben precisa degli avvenimenti svolti. Un primo episodio intenso, così tanto carico di elementi da anticipare già tante tematiche degli episodi successivi che ci auguriamo possano rallentare questa corsa irrefrenabile, perché si rischia poi di non avere più nulla da dire a metà stagione.