Aranyak: recensione della serie TV indiana Netflix
Dal 10 dicembre su Netflix è disponibile Aranyak, il crime/thriller in otto episodi che ricostruisce le indagini dietro la morte di una giovane turista in India, evento che sconvolge l’apparente intangibilità dell’élite politica di un minuscolo distretto ai piedi dell’Himalaya.
Aggiunta di recente nell’ampio catalogo serie tv di Netflix, Aranyak, nel suo paese d’origine, l’India, è stato paragonato al clamoroso successo Omicidio a Easttown, per alcune evidenti similitudini narrative e poliziesche condivise con la pluripremiata serie HBO. Eppure, nonostante il fortunato accostamento che incuriosisce e paragona a priori la medesima qualità, il mystery/thriller in otto episodi diretti interamente dal regista Vinay Waikul e disponibili dal 10 dicembre, sembra non aver bisogno di alcun raffronto.
Aranyak: la trama
Solida e congegnata con non scontata precisione, la serie ricostruisce le indagini dietro la misteriosa morte di Aimee Baptiste (Anna Ador), turista parigina figlia di una hippie tossicodipendente, ritrovata impiccata e legata ad un albero all’interno della foresta di Sironah, cittadina fittizia immaginata ai piedi delle montagne himalayane. Affidato al nuovo detective Angad (Parambrata Chatterjee) e alla poliziotta Kasturi Dogra (Raveena Tandon), ufficiale costretta a posticipare il suo anno sabatico per dedicarsi alla famiglia, il caso della diciannovenne sembra però appartenere a un’indagine molto più ampia, legata probabilmente ad altre numerose scomparse risalenti a due decenni prima per mano del serial killer che tutti legano alla leggenda popolare de ‘L’Uomo-Leopardo‘.
La ricostruzione di quella notte, e delle spietate modalità che hanno portato Aimee prima all’abuso sessuale e poi al soffocamento, sconvolgeranno gran parte della comunità e coinvolgeranno buona parte dell’élite politica, compromettendo l’intoccabilità e la reputazione di figli di ministri, prefetti e figure chiave dell’amministrazione della cittadina stessa. Ancorata a retaggi in cui presente e passato sono inestricabilmente legati ai miti e alle leggende popolari, la corruzione e il malessere di Siroah porterà a galla anche la verità sul rapimento, sette anni prima, dell’unico figlio di Angad, sequestrato da un uomo mascherato da leopardo durante una recita scolastica e da allora mai più ritrovato.
Folklore e brutalità nella serie su Netflix Aranyak
Scritto a quattro mani dagli sceneggiatori Charudutt Acharya e Rohan Sippy, il thriller indiano dalle forti componenti crime si discosta nettamente dall’immaginario romanzesco e ipercinetico della Bollywood classica o quella romantico-letteraria del recente Il ragazzo giusto, componendo un giallo tensivo e oscuro minato sia dalla concretezza dei fatti e delle prove raccolte, che dall’astrattezza folkloristica inerente al racconto tradizionale. Gli istinti primitivi e brutali dell’uomo, quelli relegati più propriamente al regno animale, in Aranyak passano infatti per la costruzione torva di una figura metà uomo e metà felino, un killer sterminatore capace di uccidere graffiando le vittime sulla vena giugulare e rapace di corpi femminili per placare un istinto predatorio.
Pur sempre in un contesto da thriller e declinato alla suspense e alla tensione anche violenta, Aranyak riesce ad affrontare diverse questioni relative ai ruoli di genere, specialmente nel contesto delle società indiana. Oltre al tema della violenza sessuale, ai pericoli della mascolinità tossica e ad un accenno evidente al revenge porn, la costruzione del personaggio di Kasturi, interpretato dall’attrice protagonista Raveena Tandon, incarna appieno il conflitto inappagante di molte lavoratrici indiane, mal supportate nella doppia realizzazione personale e professionale, e costrette spesso alla rinuncia per rispondere al dovere di mogli e madri.
Kasturi infatti, pur emergendo come eroina tragica e materna nell’ambito coniugale, è altrettanto capace di brutali atti di coercizione manesca nell’interrogare i sospettati, dualismo e contraddizione che la definisce come una donna estremamente complessa e al contempo respingente, canalizzando in lei gran parte del fascino dei personaggi. Pur non sconvolgendo alcune dinamiche cardine del genere a cui si riferisce, Aranyak riesce a coinvolgere nel corso degli episodi, e dunque a convogliare nel finale la risoluzione di un crimine dispiegato non in un unico colpevole, ma piuttosto in una realtà sfaccettata fra la tangibilità del reale e quella più misteriosa della leggenda tramandata.